"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 26 maggio 2019

La Domenica con Gesù, VI di PASQUA

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…E’ parso bene…allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime…” At 15,1-2.22-29 . 
“…Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima…” Ap 21,10-14.22-23 . “…Se uno mi ama, osserverà la mia parola…Lo Spirito Santo…Vi insegnerà ogni cosa…” Gv 14,23-29.

“Se uno mi ama”. Come, giustamente, afferma E. Ronchi, che seguiremo in questa breve riflessione, “è la prima volta che Gesù chiede amore per sé. Ma lo fa con estrema delicatezza, appoggiandosi su un libero “se vuoi”. Una base umile, fragile, pura, paziente e personale. Se uno mi ama, osserverà…perché si accende in lui un misterioso motore, che alimenta la vita. Dove, appunto, “I giusti camminano, i sapienti corrono, ma gli innamorati volano”.

L’ amore è “una scuola di volo”: innesca energia, luce, calore e gioia, elementi che mettono ali a tutto ciò che una persona fa.

Se riesci ad amare Lui, prenderai come cosa tua, come lievito e sale della tua vita, roccia e nido, linfa ed ala, ogni parola di colui che ti ha risvegliato l’ esistenza. La parola di Gesù è “Gesù stesso che parla, mi raggiunge e mi comunica sé stesso”. Come amarlo ? Si tratta di dargli tempo e cuore. Di fargli spazio. Se non pensi a Lui, se non parli, se non lo ascolti nel segreto del tuo cuore, forse “la tua casa interiore è vuota”. Se non c’ è nel cuore una liturgia, tutte le altre liturgie sono come maschere vuote.

“E noi verremo a lui”. Così, vediamo che il “Misericordioso”, senza casa, cerca casa proprio in me. Forse non troverà una vera dimora, ma solo un riparo, una stalla o una baracca. Ma Lui domanda, soltanto, di diventare frammento di cosmo ospitale, una casa per lo Spirito e la pace. Lo Spirito: tesoro, sorgente che non tace mai, vento che non cessa di soffiare; che avvolge i profeti, le gerarchie della Chiesa, i grandi personaggi, tutti noi, cercatori di tesori, cercatrici di perle.

Il popolo di Dio, per costante azione dello Spirito, evangelizza sé stesso (Eg 138). Parole come un vento che porta pollini di primavera, in cui ogni uomo e ogni donna hanno dignità di profeti, pastori, evangelisti.

Vi lascio la pace. Un miracolo fragile. Ciascuno con la sua piccola palma, è invitato a costruire, nel deserto della storia, un’ oasi di pace nelle relazioni interpersonali.

                                                               Mons. Antonino Scarcione

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