"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 15 settembre 2019

La Domenica con Gesù, XXIV del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“…Va’, il tuo popolo si è pervertito…Si sono fatti un vitello di metallo fuso…Gli si sono prostrati…E hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele…” Es 32,7-11. 13-14 . 
“…Mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza…Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io…” I Tim 1,12-17 . 
Seguono le tre parabole: La pecorella smarrita, la moneta perduta e il figlio prodigo.


Come afferma E. Ronchi: “Nessuna pagina della letteratura mondiale raggiunge, come questa, l’ essenziale del nostro vivere con Dio, con noi stessi, con gli altri”. Ecco l’ “incipit” della famosa parabola del Padre misericordioso. “Un padre aveva due figli”. Un giorno, se ne va il più giovane. In cerca di sé stesso e della felicità. Pensa di cercarla tra le cose, che il denaro procura. Così, il libero principe diventa servo ed è costretto a contendersi le ghiande con i porci.

“Allora, ritorna in sé, quasi chiamato da un sogno di pane (la casa di mio padre, afferma, profuma di pane) e si mette in viaggio. 
Vediamo che non ritorna per amore, ritorna per fame. Non ritorna per un pentimento, ma per la paura della morte. A questo punto, notiamo, con gioia, che a Dio non interessa il motivo per il quale noi ci mettiamo in cammino verso di lui. 
Per il Signore, è sufficiente che noi facciamo un primo passo. Infatti, afferma l’evangelista Luca, “il padre vistolo di lontano, gli corse incontro”. E lo perdona, prima che apra bocca, con un abbraccio. 
Il peccato dell’ uomo è questo: sentirsi schiavo anziché figlio di Dio. Il padre non domanda: dove sei stato, cosa hai fatto, da dove vieni ? Chiede, invece: dove sei diretto ? I gesti che il padre compie sono insieme materni, paterni e regali (R.Virgili): materno è guardare la strada; paterno è correre da lontano incontro al figlio; regali sono: l’ anello, la tunica e la grande festa. 
Ovviamente, Il padre vuole riconquistare i figli, divenuti così distanti da lui. Anche nella scena successiva, quando prega il figlio maggiore, che vede la festa e non vuole entrare in casa, sente la musica e non sorride, perché si riteneva come un “dipendente” . 
E dice : “Io ho sempre ubbidito…e a me neanche un capretto !”. Ubbidiente e infelice, perché il suo cuore è assente e, quindi, non ama ciò che fa. Invece, come afferma Dostoevskij, “il segreto di una vita riuscita è amare ciò che fai, e fare ciò che ami”.

Il padre della parabola, invece, è immagine di un Dio, “scandalosamente”, buono, che preferisce la felicità dei suoi figli alla loro fedeltà a lui.

                                                                    Mons. Antonino Scarcione


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