sabato 21 settembre 2019
La Domenica con Gesù, XXV del T.O. / C
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“…Ascoltate, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese…Non dimenticherò mai tutte le loro opere” Am 8,4-7 .
“Dio, nostro Salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvi…” I Tim 2,1-8 .
“…Un uomo ricco aveva un amministratore…Lo chiamò e gli disse…Rendi conto della tua amministrazione…Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza…” Lc 16,1-13.
La parabola dell’ amministratore disonesto, da sempre, ha costituito un vero e proprio motivo di difficoltà. Arriva subito una sorpresa sbalorditiva: il padrone loda chi lo ha derubato ! Il resto costituisce la storia di tutti i giorni e di tutti i luoghi: il mondo è pieno di furbi disonesti. “Quanto devi al mio padrone ? Cento barili d’ olio ? Prendi la ricevuta e scrivi: Cinquanta. Vediamo che la truffa continua. Eppure l’ amministratore trasforma i beni materiali in strumento di amicizia. Regala pane, olio e vita ai debitori. Notiamo che il padrone lo loda. Non per la disonestà, ma per il capovolgimento: il denaro messo a servizio dell’ amicizia. E’ bello questo padrone. Non un ricco, ma un signore, per il quale le persone contano più dell’ olio e del grano.
Gesù condensa la parabola nel detto finale: Fatevi degli amici con la ricchezza”, la più umana delle soluzioni, la più consolante. Fatevi degli amici, dando ciò che potete e più di ciò che potete, affinché questi amici vi accolgano nella casa del cielo. Come se ogni cosa, fatta sulla terra, avesse la sua prosecuzione nel cielo. Perché io, amministratore poco onesto, dovrei essere accolto nella casa del cielo ? Perché lo sguardo di Dio cerca in me non la zizzania, ma la spiga di buon grano. Perché no guarderà a me, m attorno a me: ai poveri aiutati, ai deboli perdonati, agli amici custoditi. Infatti, la domanda decisiva, dell’ ultimo giorno, sarà dettata da un altro cuore: “Hai lasciato dietro a te più vita di prima ? Come afferma E. Ronchi, “ a me piace molto questo Signore, al quale la felicità dei figli interessa più della loro fedeltà. Che accoglierà me, fedele solo nel poco e solo di tanto in tanto, proprio con le braccia degli amici, proprio di coloro, a cui avrò dato un po’ di pane, un sorriso, una rosa. “Siate fedeli nel poco”. Questa fedeltà nelle piccole cose è possibile a tutti, a partire da sé stessi, dal mio lavoro, dai miei acquisti…”Chi vince, veramente, su questa terra, nel gioco della vita e, poi, nel gioco dell’ eternità ? Chi ha saputo creare relazioni buone e non ricchezze, chi ha fatto, di tutto ciò che possedeva, un sacramento di comunione”.
Mons. Antonino Scarcione
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