……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“L’ORA DELLA PASSIONE E MORTE DI GESU’ COSTITUISCE IL SEGNO DEFINITIVO DELLA SUA OBBEDIENZA ALLA MISSIONE CHE IL PADRE GLI HA AFFIDATO, LA SALVEZZA DEL MONDO”.
Ci chiediamo che cosa voglia dire “Amare il prossimo ? “. La proibizione, nel suo funzionamento è, invece, estremamente semplice e rudimentale.
R. Laurita, nel suo breve commento, così argomenta. Per qualcuno, amare il prossimo, vuol dire non fare niente contro gli altri. Per altri, amare il prossimo, significa fare un’ offerta al povero che si incontra per strada o che bussa alla porta. Amore, qui, coincide con l’ elemosina, con del denaro. Per altri, ancora, l’ amore al prossimo coincide, invece, con un comportamento corretto, onesto e rispettoso. Non c’ è dubbio che non ci possa essere amore senza giustizia e senza rispetto dei diritti degli altri.
Ma l’ amore è soltanto questo?
Gesù ci strappa alla confusione e agli equivoci e ci dà la giusta misura. Egli si pone come modello di questo amore ed afferma: “ Come vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. In questo, bisogna riconoscerlo, questo comandamento è del tutto “nuovo”, inedito. Infatti, fissa una misura straordinariamente grande. Non si contenta affatto del nostro superfluo.
E questo è il segno distintivo del cristiano, ciò che lo caratterizza e lo fa riconoscere.
Il discepolo di Cristo non è tale, perché figura nei registri di battesimo e di cresima. E’ nei fatti e con le opere, che si mostra se si ama veramente il Signore.
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