"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 30 ottobre 2011

La Domenica con Gesù, XXXI Domenica. Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  

" Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente". Mt 23,5
" Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere".

 Preparati dalle parole del profeta Malachia, nella prima lettura, possiamo ora accostarci alla pagina del Vangelo (una dura requisitoria di Gesù contro coloro che detenevano il potere religioso). Egli si scaglia contro quelli che "si sono seduti sulla cattedra di Mosè".
 L'espressione richiama ed esprime l'accusa che gli scribi e i farisei pretendono di essere come Mosè. L'accusa, poi, si fa più circostanziata: fanno opere, per essere ammirati, pretendono i primi posti, i saluti, si compiacciono di essere chiamati rabbi' (maestri) dalla gente. Risulta consequenziale, quindi, l'invito a praticare ciò che dicono e insegnano, ma non ad agire secondo le loro opere.
 Questa pagina del Vangelo può essere compresa a più livelli.
 Il primo è quello legato al contesto polemico con gli scribi e i  farisei, che si accingevano a far catturare e condannare Gesù.
 Il secondo è quello della comunità cristiana, per la quale Matteo scrive il suo Vangelo. Probabilmente, al suo interno, vi erano anche scribi e farisei, convertiti al cristianesimo, che pretendevano di conservare qualche privilegio: i primi posti, farsi chiamare maestri...
 Il terzo, infine, è quello della Chiesa di tutti i tempi. Anche nella Chiesa vi sono coloro che hanno il compito di insegnare, di annunciare il Vangelo, di essere "maestri", educatori alla fede, guide.
 Nella sua bimillennaria storia, la Chiesa non sempre ha avuto guide e maestri coerenti, testimoni, con la vita, delle parole, che annunciavano.
 Le parole di Gesù devono essere lette, quindi, anche in relazione alla Chiesa di oggi.
 Un esame di coscienza è proprio riservato ai sacerdoti: cosa insegniamo? Alle parole pronunciate dall' ambone quali fatti seguono? E' davvero nel nostro cuore il servizio disinteressato al Vangelo e al popolo?
 Da interrogativi simili non possono sottrarsi, però, nemmeno tutti coloro, che nelle famiglie e nella società, rivestono ruoli educativi e di responsabilità. Sono interrogativi, che dovrebbero porsi i genitori: quali valori vengono trasmessi, oggi, dalle nostre famiglie con lo stile di vita che si sceglie? Di quali discorsi, di quali fatti, di quali scelte sono testimoni, oggi, i nostri ragazzi?

 Spesso, il "dicono, ma non fanno", vale anche per molti educatori. 
 Dall'esame di coscienza non sono esonerati nemmeno coloro che hanno responsabilità nella cosa pubblica: con quale spirito vivono il servizio politico o di amministratori? 
 I "primi posti", che la libera scelta dei cittadini ha loro assegnato, come sono occupati ? Cosa suscitano in loro le parole di Gesù " dicono e non fanno" ?
 " Siamo stati amorevoli in mezzo a voi..." In questa domenica, pure la seconda lettura è in sintonia col Vangelo.
 Paolo indica, puntualmente, alcune caratteristiche di coloro, che rivestono ruoli di autorità nella Chiesa.
 La prima è: amare la propria gente. Essere amorevoli, come una madre, che ha cura dei propri figli.
 La seconda è: mettere la propria vita a servizio del Vangelo e dei destinatari del Vangelo, fino al versamento del proprio sangue, ove necessario.
 L' ultima è: scegliere la povertà di vita.
                                                                          Mons.   Antonio Scarcione      

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