"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 15 ottobre 2011

La Domenica con Gesù, XXIX Domenica Tempo Ordinario

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  

" Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio".Matteo 22,21

 Come non applicare questa chiarezza di Gesù ai nostri giorni, in cui la crisi economica porta con se un dibattito serrato su manovre, tasse, evasione fiscale, "individuando" i farisei di oggi, che giustificano in mille modi (qualche volta vantandosene) l'evasione ?
 L'evasione appare, purtroppo, lo "sport" più radicato nel nostro paese (praticato da diversi professionisti, commercianti, industriali...).
 D'altra parte, lo Stato con la notevole pressione fiscale, specie sui cittadini a reddito fisso, dà l'impressione di avvallare la condotta dei "furbetti".
 Il testo evangelico odierno, invece, ricorda che pagare le tasse è un obbligo, oltre che civile, anche morale e religioso.
 "Rendete a Cesare quello che è di Cesare" è un imperativo che non tollera sotterfugi; anche se Gesù, quando risponde, ha come primo scopo il "Rendete a Dio quello che è di Dio".
 A tal proposito, mi chiedo, innanzitutto,  qual è il debito dell' uomo verso Dio ?
 Personalmente, mi sento in debito verso di Lui, i miei genitori, gli amici, gli insegnanti, i medici, verso la storia del mio paese, verso coloro che mi hanno insegnato ad amare e a credere e mi hanno trasmesso affetti e valori, verso i poeti e gli scienziati, i cercatori di Dio, verso milioni di anonimi lavoratori e imprenditori, che hanno reso grande l' Italia.
 Grazie al cielo, posso, sinceramente, dire di aver avuto di più di quello che ho dato.
 Per un istante, invece, riflettiamo sul peccato sociale dell'evasione fiscale, che contraddice la lettera e lo spirito dell' insegnamento del Signore.
 Anche San Paolo, nella Lettera ai Romani, fa tesoro delle sagge parole di Gesù. Infatti, egli, dopo aver affrontato la questione del rapporto tra fede e politica, incoraggia la comunità cristiana a vivere in armonia col potere civile, legittimamente costituito, rispettandone gli ambiti di sua competenza.
 Più precisamente, così afferma: "Per questo dovete pagare i tributi...Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse" (Rom.13, 5-7).
 Attraverso il contributo alla struttura statale si esprime, infatti, la solidarietà e l'assistenza sociale. Evadere il fisco è, quindi, un peccato contro la carità. Così come è grave e vergognosa la sottrazione del denaro pubblico, perpetrata, talvolta, da certi politici e/o funzionari.
Il credente, quindi, dopo aver "reso a Dio quel che è di Dio" nel tempio, nella liturgia, nella casa, nella coscienza personale, deve "rendere a Cesare quel che è di Cesare", nella città, nella politica e nella società. 
                                                 
                                                                                     Mons. Antonio Scarcione 

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