"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 16 giugno 2012

La Domenica con Gesù, XI del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

 I Lettura. "...Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro...e lo pianterò sul monte d'Israele...e diventerà un cedro magnifico..." Ez 17, 22-24

 II Lettura. " Fratelli...sia abitando nel corpo, sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi..." 2Cor 5,6-10

 Vangelo.  " Il regno dei cieli è come un uomo che getta il seme sul terreno: dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme cresce...E' come un granello di senape, il più piccolo di tutti i semi; ma quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto..." Mc 4,26-34


Le due parabole tratteggiano il ruolo di Dio e quello dell'uomo nella salvezza. La Chiesa cattolica afferma, saggiamente, che l'inizio della fede e la stessa salvezza sono un dono della grazia e non, semplicemente, opera nostra.
 Per far comprendere meglio, come la grazia di Dio e la libertà dell'uomo interagiscano tra di loro, sono state utilizzate diverse immagini. C'è, ad esempio, quella dei due uomini, caduti nel pozzo:  Dio tende la mano a tutti e due, ma dipende dall'uomo alzare, o no, la mano a Dio. Conseguentemente, la scelta della salvezza dipenderebbe dall' uomo.
 C'è, ancora, l'immagine del gattino e della scimmietta. Quando i due sono in pericolo, nel primo caso, la gatta afferra il gattino e lo porta in salvo; nel secondo caso, invece, la scimmietta salta nel seno della mamma e insieme fuggono via.
 In questi casi, vediamo che Dio e uomo (grazia di Dio e libertà dell'uomo) sono visti come due grandezze concorrenziali. 
 Quanto più Dio opera, tanto meno agisce l' uomo; e viceversa.
 C'è, poi, l'immagine dei due cavalli, che sulle due sponde del fiume, trascinano ciascuno un battello. Quest'immagine è utilizzata, per indicare, come la salvezza sia un atto, in cui Dio e l'uomo cooperano, ma dove ciascuno è solo causa parziale della salvezza.
   Mentre grazia e libertà dell' uomo sono cause integre e totali della salvezza. E' proprio così: grazia di Dio e libertà dell'uomo sono direttamente proporzionali, infatti, quanto più Dio dona la grazia alla creatura, tanto più la creatura è libera.
 Specialmente nella preghiera, possiamo verificare, quale tipo di proporzionalità stiamo vivendo con Dio; poiché se chiedo a Dio una grazia, aspetto che mi sia concessa.
 Le immagini bibliche - invece - ci suggeriscono, da un lato, che è Dio, colui che getta il seme e lo pianta nella terra; da un altro lato, è la terra, che produce, spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
 Tra la grazia di Dio e la libertà dell'uomo, l'opera divina e il nostro impegno, la preghiera e l'azione, non c' è un rapporto di sostituzione (l'una senza dell'altra) ; non c'è un rapporto di coordinamento (l'una agisce con e accanto all'altra) ; ma c'è  un' identità relazionale : Dio agisce non senza di noi, cioè, attraverso di noi e in noi.
 La preghiera diventa, così, un radicale affidamento a Dio, in cui chiediamo a Lui, non tanto di agire al nostro posto; ma diveniamo, invece, più consapevoli di noi stessi, delle persone, che ci circondano e degli avvenimenti, che ci accadono attorno.
 Cade qui, a proposito, un' antica storia "sufi", che così recita:
 " Un uomo, sconvolto da tutto il dolore e la sofferenza, che vedeva intorno a sé, alzò il suo grido a Dio e disse: Guarda tutto questo dolore e la sofferenza. Guarda tutti questi omicidi e queste tragedie.  Oh mio Dio, come mai non sei intervenuto ? Allora Dio gli rispose: Figlio mio, ma io ho mandato te ! "  
                                                                
                                                                                      Mons. Antonio Scarcione 

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