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Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

giovedì 21 giugno 2012

La Legge del più forte, ovvero "di chi ha più soldi"

Sabato 16 c.m. sulla cronaca di Piazza Armerina del Giornale di Sicilia a firma del cronista Roberto Palermo, abbiamo appreso l'amara notizia secondo cui il TAR di Catania a dato ragione alla compagnia telefonica Vodafone relativamente l’antenna di telefonia mobile installata sotto il Castello Aragonese, nel cuore del quartiere Monte.
I Giudici del TAR di Catania dovrebbero mantenere lo stesso giudizio in merito alla installazione di antenne nel territorio isolano, perché a noi cittadini, comuni mortali, ci piacerebbe capire il criterio con il quale vengono prodotte le sentenze; infatti, se a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, il 4 maggio 2011, lo stesso TAR di Catania ha dato ragione al Comune: sostenendo, “niente antenna della Vodafone in area privata in prossimità del centro abitato a salvaguardia della salute dei cittadini”, perché per l'antenna di Piazza Armerina si esprime in maniera difforme?

Detto ciò, la motivazione che è stata edotta dal TAR, è la natura pubblica del servizio di telefonia radiomobile, ma è altrettanto vero l’abuso, a nostro avviso, di avere installato l’antenna sotto il quattrocentesco Castello Aragonese, e che questa è adiacente alla Scuola media Capuana, così come è ancor più curioso che la Soprintendenza di Enna a cui abbiamo inviato mail al Soprintendente, mail al responsabile Beni architettonici e urbanistici,  mail al responsabile Beni paesistici, naturali e naturalistici, mail al responsabile Beni archeologici, oltre ad avere consegnato brevi mano la missiva a un noto funzionario della Soprintendente per consegnarla alla dott.ssa Caffo, questi non ci hanno degnato dal 27 maggio di alcuna risposta.
Sarà che sono impegnati in altre faccende più importanti, e non hanno trovato ancora il tempo di rispondere, o forse perché, si vocifera, hanno incredibilmente rilasciato il nulla osta per l'installazione dell'antenna; e quindi con quale "faccia" dovrebbero risponderci, e per dirci cosa?.
Tuttavia, non demordiamo e attendiamo ancora una risposta che dovrebbe essere implicita dopo  la nostra missiva, anche per un fatto di garbo tra un’istituzione la Soprintendenza ed il nostro Comitato di Quartiere che fino a prova contraria, rappresenta centinaia di quartieranti tesserati che ci sostengono, un tessuto urbano che vive, anima e rende vitale, un quartiere, un centro storico non a caso tra i più conservati di Sicilia.
Di seguito, come scritto in premessa, riportiamo l'articolo di Roberto Palermo.
Il Tar di Catania da il via libera all’installazione dell’antenna di telefonia mobile della Vodafone sotto il Castello Aragonese, nel cuore del quartiere Monte.
Con propria ordinanza la prima sezione del tribunale amministrativo regionale etneo ha infatti “congelato” il diniego dell’ufficio Urbanistica alla realizzazione della stazione radio base sopra via Fasullo e la Scalinata San Domenico.
Accolta quindi la richiesta di Vodafone di sospendere il provvedimento comunale con cui era stata negata l’autorizzazione.
“Il ricorso appare fondato, sussiste il pregiudizio grave e irreparabile per il gestore Vodafone tenuto conto della natura pubblica del servizio di telefonia radiomobile”, hanno spiegato i giudici amministrativi.
La prima udienza per la trattazione nel merito del ricorso, invece, è stata fissata per l’aprile del 2013.
Ma intanto il diniego del Comune, ora sospeso dai magistrati, ha rimesso in moto di nuovo i piani della società sulla città dei mosaici.

l'antenna vista dal terrazzo della sig.ra Vullo
La Vodafone, infatti, così come confermato dall’ingegnere capo Mario Duminuco, ha inviato una nota nei giorni scorsi agli uffici comunali nella quale comunica che, alla luce proprio della sospensiva accolta dal Tar, riprendono i lavori all’impianto.
Il Comune, adesso, sta valutando un eventuale ricorso al Cga contro la concessa sospensiva.
Ma i margini per ottenere vinta la battaglia giudiziaria sembrano minimi, se non nulli.
Adesso a rischio c’è anche quella parte del nuovo Piano regolatore generale che stava alla base della negata autorizzazione da parte dell’ufficio Tecnico.
I legali della Vodafone, infatti, hanno chiesto l’annullamento anche del vigente regolamento edilizio comunale approvato dall’assessorato regionale Territorio e ambiente del luglio 2010 nella parte in cui dispone che è consentita l’installazione di impianti per il servizio di telefonia mobile nel territorio comunale solo nelle zone E, cioè con destinazione urbanistica a verde pubblico.
L’antenna era finita nell’occhio del ciclone per le proteste del Comitato di quartiere Monte, dei residenti e di alcuni consiglieri comunali.
Per i residenti del Monte l’impianto sarebbe “abusivo” e andrebbe subito smantellata per evitare possibili guai alla salute ed eliminare l’impatto ambientale e paesaggistico.
Il Comitato ha anche scritto alla Soprintendenza di Enna, chiedendo lo stop ai lavori e la rimozione dell’antenna della telefonia mobile installata sotto il castello Aragonese e vicino ad una scuola.
I residenti delle via Fasullo, discesa San Domenico, via Stradonello, via Conti avevano anche raccolto le firme da allegare ad una petizione.

                                                                                        Filippo Rausa

3 commenti:

Anonimo ha detto...

cose da pazzi

Anonimo ha detto...

Eh si, caro Filippo carissimo, cosi di nèsciri foddi e trasiri struntuliati.
E, corsi e ricorsi storici, la storia si ripete e continua a rincorrersi ed a mordersi la coda in quell’eterno inseguir se stessa.
Quell’inseguir se stessa che fa, della propria stupidità, la sola ragion d’essere.
E mi scuso della introduzione filosofica dovuta ad una digestione difficile, ma volevo evidenziarti, disilludendo ulteriormente le tue già deboli speranze, che qualche anno fa si presentò la stessa situazione con le stesse proteste e con l’intervento di autorevoli personaggi e mpurtantissime associazioni.
Ebbele, l’antenna è ancora là.
E questo è quello che scrissi in quella occasione.
Comunque, tanti auguri di un miglior risultato.
Alla faccia di quel disgraziato di Garibaldi.
Giovanni Piazza
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(segue)

Anonimo ha detto...

Lettera aperta di un antennizzato non consenziente alle società degli antennoni.
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ELETTROSMOG
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Cara Società che monta gli antennoni,
sono un dirimpettaio della tua installazione di via Roccella a Piazza Armerina e ti confesso che fino a qualche giorno fa non avevo approfondito il problema delle emissioni elettromagnetiche, ma adesso che mi hai toccato proprio lì, ti riconfesso di essere andato alla ricerca di notizie.
Ebbene, ho scoperto che l’O.M.S., l’Istituto Superiore della Sanità, quello per la Prevenzione e tantissimi studi a livello internazionale sostengono la estrema, anche se potenziale, pericolosità di tali emissionmi radianti, sia perché diverse sperimentazioni, dopo soli 18 mesi, hanno provocato l’insorgere di tumori in cavie sottoposte a radiazioni, sia perché si è notata una abnorme concentrazione di casi di tumori e leucemie infantili in alcuni ambienti elettroinquinati.
E la documentazione su tali studi, molto corposa ed in alcuni casi molto controversa, ha indotto diversi giudici a pronunciarsi a favore degli antennizzati.
La scienza, quindi, ha già inserito l’elettrosmog tra le possibili cause di tumori e consiglia vivamente la massima cautela nella installazione di tali antenne, specialmente in presenza di bambini i cui piccoli corpi, come succede anche per piccoli animali domestici, assorbono una quantità molto maggiore di radiazioni.
Sì, tu ciài raggione, quando affermi che ancora non esiste certezza sulla pericolosità in questione, ma sai anche che tale scientifica certezza, nella correlazione tra cancro al polmone e fumo, la abbiamo avuta dopo sessanta anni.
E non vorrai mica tenermi per mezzo secolo sotto la tua antenna a far da cavia!!!
Ma soprattutto, cara Società che monta gli antennoni, se esiste una tecnologia che consente a microcelle, in quantità molto più elevata ma molto meno potenti ed inquinanti, di ridurre a livelli insignificanti tale inquinamento, offrendo addirittura un servizio migliore agli utenti, perché insisti con le megainstallazioni?
E’ solamente una questione economica?
Sulla pelle dei nostri figli?
E poi, consentimi, quella di non preavvisare noi, antennamente sottostanti, e di montare in fretta e furia, è stata una scelta non molto apprezzata e giudicata quantomeno poco elegante.
In attesa di tuo riscontro e, soprattutto, di tuo ripensamento, ti invio un sicilianissimo “salutamu e baciamo le mani”.
Giovanni Piazza
(l’indirizzo è quello della antenna).
.
Elettrusmogghi
Sta società ca munta st’antinnuni
e si nni futti di la me’ saluti
cu la scusanza ca ddu gran cannuni
scarrica sulu trantuli scaduti
e ca l’annaculiata di straventu
nun porta malatìa né ‘mpedimentu,
.
e un sinnacu acchianatu a prifirenza
cu cognizzioni libbira e pricisa
de’ cittadini so’ (ma sta licenza
po’ perdiri valenza, senz’offisa),
n’hana spiegari cca, nta stu mumentu,
chi rappresenta stu bombardamentu.
.
Giacchì la canuscenza canusciuta
di stu munnu scientificu di scienza
dichiara ca di tutta sta smuvuta
ancora nunn’è chiara, la valenza
putenti e formidabbili epperciò
ci vo’ quatela, e tanta ci nni vo’.
.
Già l’Istitutu di la Sanità,
chiddu di Privinzioni e Sicurizza,
l’òmmisi e i cchiù ‘mpurtanti società
iunciuti e ‘nturciuniati attipu trizza
nunn’è certu pi fari cchiù fiura
ca dicinu: “Carusi, stamu accura!”
.
Pirchì ddi surci posti a sperimentu
ciànu la cirivedda cunzumata
e si pi li cristiani a stu mumentu
la cosa nunn’è certa e sbirrittata
è sulu pirchiggià fari sprumenti
vo’ diri pi tant’anni e tanta genti.
.
E allura mi aspiegasse il dippirchì
ci l’ama a fari nui, tantu sprumentu,
calari testa e diri sempri si,
cu quali vogghia e quali sintimentu,
co’ ficatu oramai senza na pinna!
“Scosasse, antinna, a mmia quannu mi sminna?”
.
Oh sinnacu ca ascuti sta lagnanza,
sallu ca cu ti scrivi sta scrivuta
nunn’è sulu pi dòliri di panza,
ma tu nun poi, chiantaritilla muta
perciò, ‘nfòrmiti giustu e poi ribatti.
Paroli? Signurnò, ci vonnu fatti!
.
Giovanni Piazza