"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 1 dicembre 2019

La Domenica con Gesù, I^ DI AVVENTO

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 



“…Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe…Il Signore unisce tutti i popoli nella pace…” Is 2,1-5 . “…Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo ad orge e ubriachezze…” Rm 13,11-14a . 
“…Se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa…” Mt 14,37-44.

Il tempo di Avvento (=Venuta del Signore) segna l’ inizio di un periodo di attesa, nel quale occorre scuotersi dalla “confortante normalità” ed assumere un atteggiamento di vigilanza, per non perdere i frutti che la nascita del Figlio di Dio porterà all’ umanità. Seguiamo l’ originale riflessione, proposta da Ermes Ronchi. Egli descrive con poche pennellate la situazione esistenziale degli uomini al tempo di Noè: gli uomini mangiavano e bevevano…e non si accorsero che quel mondo era finito.

I giorni di Noè sono i giorni della superficialità: “ il vizio supremo della nostra epoca” (Cfr. R. Panikkar). L’ Avvento è, invece, un tempo per accorgerci, per vivere con attenzione. Il filo conduttore di questo periodo è certamente l’ immagine di Maria di Nazaret in attesa del parto, incinta di Dio. Attendere è, quindi, l’ infinito del verbo “amare”. L’ Avvento è la vita che nasce: questo mondo porta un altro mondo in grembo. E’ un tempo per guardare lontano.

Anche noi viviamo come quei contemporanei di Noè, perché, talvolta, non ci accorgiamo di coloro che sono a casa nostra con gli occhi gonfi di lacrime, di coloro che ci rivolgono la parola, di cento naufraghi a Lampedusa, dell’ Amazzonia depredata, di un altro kamicaze ancora, che si fa esplodere in Francia o in Olanda. Vediamo che, incredibilmente, appare possibile vivere, senza accorgerci degli altri. Ed è questo il “moderno diluvio”. Vivere ignorando “i volti” di popoli in guerra, di bambini, vittime di violenza, fame, abusi, abbandono. Volti di donne violate, comprate, vendute,; volti di esiliati, profughi, migranti in cerca di sopravvivenza e dignità; volti di carcerati nelle carceri, di ammalati, lavoratori precari, senza garanzie e speranza, giovani derubati del loro futuro. I giorni di Noè sono questi: tutte le volte che dimentichiamo che la nostra vita è oltre noi stessi e non sappiamo più sognare. 
                                           
Ed inoltre, giustamente, ci stupisce l’ immagine del Signore descritta come quella di un ladro, che viene di notte. Sappiamo bene che Dio non è così, non è affatto un ladro di vita. Dio viene già nell’ ora che non immagino, cioè adesso, e mi sorprende nell’ abbraccio di un amico, in un bimbo che nasce, in un brivido di gioia che mi coglie. Dio è accrescimento di umanità, è Natale. E’ fondamentale tenerci pronti, per non mancare all’ appuntamento con Dio che viene, come dono.

                                            Mons. Antonino Scarcione

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