"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 22 dicembre 2019

La Domenica con Gesù, IV di avvento

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“…Il Signore stesso vi darà un segno….La Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”. Is 7,10-14 . 
“Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunziare il vangelo di Dio…a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia e pace da Dio…” Rm 1,1-7 . 
“…Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa…Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo…” Mt 1,18-24.


Questo è il momento di Giuseppe, uomo dei sogni, ultimo patriarca d’ Israele. 
Come afferma, ottimament, Ermes Ronchi, “la sua casa e i suoi sogni narrano una storia d’ amore, i suoi dubbi ed il cuore ferito”. 
“Prima che andassero a vivere insieme, Maria si trovò incinta...Allora Giuseppe pensò di ripudiarla in segreto”. E’ l’ unico modo per salvare Maria dal rischio della lapidazione, perché lei gli ha occupato la vita, il cuore e persino i sogni. Ci si potrebbe chiedere, da chi Gesù abbia imparato ad opporsi alla legge dell’ A.T., a collocare, quindi, la persona prima delle regole, se non ascoltando da Giuseppe la storia di quell’amore che lo ha fatto nascere, la storia, cioè, di un espediente concreto, concepito per sottrarre la madre dalla lapidazione ? Come può, il Signore, aver imparato il termine “abbà” (=padre), parola così identitaria, se non davanti a quell’uomo ? Chiamando Giuseppe “abba”, papà, ha appreso cosa evochi quel nome, rivelazione del volto di Dio. Vediamo che Giuseppe non parla mai. 
Egli è un uomo silenzioso e coraggioso, concreto e insieme sognatore: le sorti del mondo vengono affidate ai suoi sogni; perché l’ uomo giusto ha gli stessi sogni di Dio. 
Per sognare, certamente, ci vuole coraggio: proprio per non accontentarsi del mondo così com’ è. Lo scrittore, Shakespeare, afferma che “la materia di cui sono fatti i sogni è la speranza”.

Sappiamo che nel vangelo sono riportati quattro sogni di Giuseppe. Ad esempio: “Prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Una profezia breve, senza la data del ritorno. 
Eppure, sufficiente, per accostare a sé il bambino e la madre e mettersi in viaggio verso l’ Egitto. Qui, chiaramente, affiora la via “imperfetta” dei giusti e dei profeti, anzi di ogni credente. 
Vale la pena, a questo punto, rievocare le famose parole del cardinale John Henry Newman, al momento della conversione: “ Guidami tu, Luce gentile / attraverso il buio che mi circonda/ sii Tu, a condurmi ! / sostieni i miei piedi vacillanti: / io non chiedo di vedere / ciò che mi attende all’ orizzonte / un passo solo mi sarà sufficiente”.

“Anche noi, conclude E. Ronchi, avremo tanta luce, quanta ne basta a un solo passo, e poi la luce si rinnoverà, come i sogni di Giuseppe”.

                                                                            Mons. Antonino Scarcione

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