"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 14 dicembre 2019

La Domenica con Gesù, III^ di AVVENTO

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“…Coraggio, non temete ! Ecco il vostro Dio…Egli viene a salvarvi…” Is 35,1-6a.8a.10 . 
“…Siate contenti anche voi,…Perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri…” Gc 5,7-10 . 
“…Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro ? Gesù rispose loro:…I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono…” Mt 11,2-11.

I sacri testi della celebrazione odierna ci aiutano a percepire che la gioia prenderà il posto della tristezza. “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo espettare un altro ? Giovanni, il grande profeta, non se ne rende conto. Questo maestro appare troppo diverso dal messia che la gente aspettava. Come afferma il teologo Ermes Ronchi, “Dov’ è la scure tagliente ? “ E il fuoco per bruciare i corrotti ? Questo dubbio, in verità, non toglie nulla alla grandezza di Giovanni ed alla stima che Gesù ha per lui. Infatti, non esiste una fede che non allevi dei dubbi: io credo e dubito nello stesso tempo. E Dio gioisce che io mi ponga e Gli ponga delle domande. Io credo e non credo, e Lui si fida.

“Sei tu ? “Notiamo che la risposta di Gesù non è un “sì” oppure un “no”, un prendere o lasciare. Egli ha una propria pedagogia. Essa consiste nel far nascere, in ciascuno, risposte libere, capaci di coinvolgere. Afferma, infatti: “guardate, osservate, ascoltate, tendete l’ orecchio”. Certo, rimane la vecchia realtà, eppure nasce dentro la persona qualche cosa di nuovo. Dio crea storia, partendo dall’ ascolto del dolore della gente: “ciechi, storpi, sordi, lebbrosi, guariscono e ritornano della pienezza delle loro qualità fisiche e morali. Notiamo che Dio inizia dagli ultimi. Ovviamente, si tratta di germogli: qualche cieco viene guarito e legioni che rimangono nella notte. Si tratta di una questione di lievito, appena un poco, che viene messo nella farina. Eppure, quei piccoli segni ci fanno comprendere che il mondo non è un “malato inguaribile”. 

Gesù non ha promesso di risolvere i problemi della terra “con una serie di miracoli”. Bensì, Egli, nella storia, ha conferito al credente un ruolo fondamentale.

Lo ha fatto con la sua Incarnazione, “perdendo sé stesso nel dolore dell’ uomo”. Ed ha detto: “voi farete miracoli più grandi dei miei”. Lo studioso attesta:“Ho visto uomini e donne compiere miracoli, molte volte e in molti modi. E qualche volta ho pianto anche di gioia”. La fede è fatta di due elementi: di occhi che sanno vedere il sogno di Dio e di mani operose, come quelle del contadino, che sa “aspettare il prezioso frutto della terra” (Giacomo 5,7). La fede è fatta di stupore, è come un innamoramento per un mondo nuovo e di mani callose che si prendono cura di volti umani, con fatica. Ma “fino a che c’è fatica c’ è speranza” (Lorenzo Milani).

“Cosa siete andati a vedere nel deserto ?”. Un bravo oratore ? . Un trascinatore di folle ? No. Perché Giovanni Battista dice ciò che è, ed è ciò che dice. Questo è l’ unico “miracolo di cui la terra ha bisogno: credenti credibili”.

                                           Mons. Antonino Scarcione

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