Di seguito un interessante articolo tratto da ALTROCONSUMO, l'associazione per la tutela e difesa dei consumatori più diffusa in Italia, che si pone come obiettivo l'informazione e la tutela dei consumatori,
attraverso le sue numerose pubblicazioni, i servizi di consulenza e
l'azione di lobby politica a difesa dell'interesse generale tanto a
livello nazionale che internazionale.
Sulla vicenda 5G, il nobile quartiere Monte Mira ribadisce che non vi sono elementi per sostenere che questa tecnologia non porti con sé pericoli che rischiamo di sottovalutare, ma quello che più ci preoccupa è la quantità di informazioni antiscientifiche che vengono fatte passare, qualche volta anche in buona fede, in nome del principio di precauzione.
Articolo Tratto da
di Stefania Villa
Il 5G è la tecnologia di rete mobile
che si prepara a superare l'attuale 4G LTE. Al momento è in fase
sperimentale in alcune città. Abbiamo fatto le prime prove sul campo: la
rete è ancora instabile, ma come funzionerà e quali i pro e i contro
che potrebbe comportare in futuro? Tanti i timori sui pericoli per la
salute, persino rispetto a una sua possibile correlazione con la
diffusione del coronavirus: ma non fatevi allarmare da tutto ciò che si
sente dire. Abbiamo analizzato gli studi più citati a riguardo.
L'Italia si sta preparando a quella che viene definita la "rivoluzione" del 5G. Ma, mentre le sperimentazioni di questa nuova tecnologia di connessione mobile sono già in corso, circolano anche grandi timori sui rischi che potrebbe comportare per la salute pubblica. Ecco cos’è il 5G e perché non bisogna allarmarsi.
Cos'è il 5G
Con il termine 5G si indicano tecnologie e standard di nuova generazione per
la comunicazione mobile. Questa “quinta generazione”, che segue le
precedenti 2G, 3G e 4G, è quindi la tecnologia di connessione che
utilizzeranno i nostri smartphone, ma anche e soprattutto i tanti di oggetti connessi (IoT,
Internet of things) intorno a noi, destinati a essere sempre più
numerosi (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi…). Una
delle caratteristiche principali di questa rete è, infatti, proprio quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta molto rapidi.
Non si tratta, inoltre, della semplice evoluzione dell’attuale rete
4G, perché ha caratteristiche tecniche completamente diverse, non solo
per la quantità di banda più ampia e per la velocità; si tratta proprio
di un modo diverso di gestire le comunicazioni e la copertura, con frequenze, antenne e tecniche di trasmissione dei dati differenti rispetto al passato.
Quando arriverà il 5G
L'implementazione della rete 5G sta attraversando una fase sperimentale
in alcune aree del territorio italiano e il 2020 – secondo quanto
annunciato – dovrebbe essere l’anno in cui si raggiungono copertura e
servizi maggiori. Per le sperimentazioni, gli operatori sono attivi in
modo differenti in varie città: ad esempio Vodafone sta coprendo Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli. Tim è presente in città come Torino, Genova, San Remo, San Marino, Bari e Matera. Wind Tre ha puntato ad esempio su Prato e L’Aquila. Iliad sembra da tempo sui blocchi di partenza. Tim e Fastweb già mesi fa promettevano diffusione a tutti entro il 2020, così come Vodafone sul sito annunciava una copertura del territorio italiano, progressivamente nelle principali città, nel corso dei prossimi anni.
Vantaggi e svantaggi
Rispetto alle precedenti tecnologie, permette maggiore velocità di trasmissione, tempi di risposta (latenza) più rapidi e la possibilità di gestire un numero molto superiore di connessioni in contemporanea.
Per quanto riguarda la velocità, potenzialmente il 5G può arrivare fino a 10 Gigabit per secondo.
La prospettiva più accreditata ipotizza però una velocità 10 volte più
elevata rispetto al 4G. Se quindi, per fare un esempio, consideriamo di
passare dai 25 megabit al secondo del 4G ai 250 megabit al secondo del
5G, si potrebbe scaricare un cd audio (700 megabyte) in una ventina di
secondi, contro gli attuali 4 minuti.
Le prestazioni saranno superiori soprattutto in termini di latenza,
cioè di tempi di risposta al comando dato all’oggetto connesso (ad
esempio, se pensiamo alle auto connesse, è il tempo che trascorre tra
quando un sensore per la strada che indica lo stop trasmette all’auto il
comando di fermarsi e il momento in cui l’auto effettivamente si
ferma). Questo tempo di risposta scenderà a 1-10 millisecondi, circa 10
volte meno degli attuali 50-100 millisecondi del 4G (e questo è uno
degli aspetti considerati più importanti per i nuovi servizi digitali
che si pensa di sviluppare).
Il fatto che gran parte del lavoro, nelle reti 5G, sia fatto dal
sistema di antenne e non dall'hardware dello smartphone, potrebbe anche
comportare un notevole risparmio energetico, con una maggiore durata delle batterie dei device.
I veri cambiamenti per le persone, però, non saranno solo relativi alla velocità e alle prestazioni dei loro dispositivi, saranno legati soprattutto ai potenziali nuovi servizi possibili.
Usare il 5G: quali cellulari lo supportano
I modelli di telefono in vendita in Italia che supportano le reti 5G
aumentano e il loro prezzo varia molto, si va dai circa 400 euro ai
circa 1.300 euro. Ecco quali sono al momento i telefoni 5G disponibili
sul mercato (dati aggiornati ad aprile 2020).
- Huawei Mate Xs 5G
- Huawei P40
- Huawei P40 Pro
- Huawei Mate 20x 5G
- LG V50 ThinQ 5G
- Oppo Reno 5G
- Samsung Galaxy S20 5G
- Samsung Galaxy S20+ 5G
- Samsung Galaxy S20 Ultra 5G
- Samsung Galaxy Note 10+ 5G
- Samsung Galaxy S10 5G
- Vivo Nex 3 5G
- Xiaomi Mi Mix3 5G
Ne abbiamo testati diversi. I risultati sono
qui (per vederli seleziona “5G” nei filtri).
Il 5G: effetti sulla salute
Nonostante il panico scatenatosi intorno al 5G (si teme sarà causa di varie malattie, ad esempio tumori), al
momento non ci sono dati che permettono di escludere o confermare che
questa nuova tecnologia abbia effetti dannosi per la salute o meno (non
ci sono risposte chiare e definitive neanche sulle tecnologie
precedenti, figuriamoci sul 5G che è ancora agli albori). Per poter
valutare i potenziali effetti negativi sulla salute del 5G possiamo però
rifarci alle prove disponibili sugli effetti delle emissioni legate a
2G e 3G, cercando di ipotizzare cosa possa verificarsi in conseguenza di
esposizioni differenti. Ma anche in questo caso, serviranno anni di studi dalla sua diffusione per avere risposte chiare. Quello che sappiamo fino ad ora, però, rassicura più che allarmare: il 5G viaggerà sì su frequenze più elevate rispetto a 2G, 3G e 4G (e questo è uno degli elementi che spaventa), ma la rete di antenne, in realtà, utilizzerà segnali dotati di potenza inferiore (spieghiamo in seguito perché). Inoltre resta fermo il fatto che, anche se a frequenze maggiori, la capacità di penetrazione di queste onde nei tessuti umani rimane sempre molto bassa
e limitata agli strati superficiali della pelle, mancando anche
l’energia necessaria per causare un danno al Dna. Con una rete di questo
genere, per la capillarità delle antenne del 5G, l’intensità dei segnali necessari e le frequenze utilizzate, viene da pensare a un’esposizione limitata e dagli effetti negativi paragonabili o addirittura inferiori a quelli derivanti dall’uso di tecnologie precedenti.
Quali sono i timori?
Ecco quali sono i dubbi che potrebbero
venire sul 5G se ci si ritrovasse a leggere un po’ di contenuti
circolanti sul tema. Ed ecco perché in molti casi si tratta di false credenze o “mezze verità”, che vanno molto ridimensionate.
Conclusione: le onde elettromagnetiche sono pericolose?
Sulle onde elettromagnetiche emesse con il 5G, come dicevamo, non ci sono ancora dati che permettono di capire se ha effetti dannosi.
Ci sono dati validi, riconosciuti dalla comunità scientifica
internazionale, sull’esposizione alle frequenze di 2G e 3G, dati che non
danno ancora risposte definitive e che, comunque, non possono essere
trasferite in automatico sul 5G (antenne e frequenze sono molto
diverse).
Si tratta, comunque, di analisi da cui emerge un quadro contraddittorio,
ma tendenzialmente non preoccupante. Alcuni studi di tipo
caso-controllo (basati sul confronto tra malati e sani rispetto al tipo
di esposizione che hanno avuto in passato) hanno rilevato un lieve
aumento del rischio di tumori cerebrali e del nervo acustico nelle
persone con un uso elevato e prolungato del cellulare (non si parla di
antenne), mentre altri studi epidemiologici (considerati più chiari
nelle conclusioni perché verificano nel tempo l’emergere dei casi), ci
dicono che da prima dell’arrivo del cellulare ad oggi non c’è stato un
aumento significativo dei tumori ascrivibile all’uso del cellulare.
Lo
Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) sulla base di
queste analisi, ha classificato i campi elettromagnetici a
radiofrequenza come cancerogeni di gruppo 2B, ovvero come "possibilmente
cancerogeni": è il livello più basso di rischio, usato quando ci sono prove limitate. Sulla base di quello che vediamo, quindi,
non
dobbiamo preoccuparci particolarmente; ma per evitare qualsiasi tipo
rischio anche solo potenziale, è sempre meglio adottare alcuni semplici
accorgimenti in modo da ridurre l’esposizione di testa e corpo alle
emissioni dei cellulari. E bastano davvero pochi centimetri perché il livello di esposizione si riduca drasticamente: ne abbiamo parlato
qui.
1 commento:
Perché l'ha scritto Altroconsumo allora è tutto ok? Ci sono altri studi scientifici che sono del parere opposto. Sarebbe meglio, prima, di documentarsi bene, sempre se con tutti i miliardi che hanno non riusciranno a farci passare i tumori x semplici influenze...
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