"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 31 dicembre 2011

La Domenica con Gesù, I Gennaio 2012. Maria Madre di Dio


……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  

" Quando furono compiuti gli otto giorni, gli fu messo nome Gesu' . Luca 2, 16-21
I Lettura."Ti benedica il Signore e ti custodisca". Numeri 6,22-27
II Lettura."...Non sei più schiavo, ma figlio..." . Gàlati 4,4-7

  In coincidenza col I gennaio si celebrano: la Domenica(giorno del Signore); Maria, Madre di Dio; il Capodanno 2012; la 45a Giornata Mondiale della Pace.
 Questa piccola riflessione intende evidenziare il tono di speranza, che traspare dalla liturgia, alleviare ai fratelli le preoccupazioni di un futuro incerto e invitarli ad ancorare la propria esistenza nel Signore Gesù (= Dio salva).
 - Nel segno della speranza. La speranza è la piu' piccola e  fragile delle tre virtù teologali, ma è proprio essa a " prenderle per mano" e a trascinarle verso Dio. Il "suo sguardo" aiuta a cogliere le tracce di un mondo nuovo. La "sua bocca" pronuncia parole, che incoraggiano. In mezzo al buio e al freddo della notte, essa annuncia il giorno nuovo, che sta per sorgere.
 Quando l'ostilità e la violenza sembrano spadroneggiare, essa proclama la riconciliazione e la pace, la giustizia e la fraternità.
 Le "sue mani", tenere e delicate, sono fatte apposta, per ricucire strappi, per lanciare ponti sui baratri della terra,per stringere,in una catena di solidarietà,mani, che hanno impugnato le armi.
 Siamo invitati, dai sacri testi, ad iniziare il nuovo anno nel segno della speranza. Consapevoli che essa ha un volto ed un nome: Gesu'. Egli strappa l' umanità da ogni schiavitù e da ogni paura.
 Accogliamo, quindi, la speranza con la pazienza e la sollecitudine di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. 
 - Nel segno della fiducia, liberi dalla paura. Come Chiesa, noi avvertiamo un duplice pericolo: il disorientamento e la paura. 
 Il disorientamento, spesso,deriva dai messaggi errati dei mezzi di comunicazione, che inducono a cercare compromessi. La nostra rotta, invece, è tracciata dal Vangelo. Il Vangelo " sine glossa "(senza commento), così come, 800 anni fa, San Francesco d' Assisi chiedeva ai frati, che volevano seguire Cristo povero e crocifisso. 
 Sappiamo bene che risulterà vincente proprio questa fedeltà, tenace e mite e non certo la logica di questo mondo.
 Perché questo avvenga, bisogna uscire dalla paura, che blocca  e riduce al silenzio dell' omertà, della connivenza,
della neutralità, che, purtroppo, facilitano l' affermazione dei violenti, degli arroganti e dei furbi.
 Fiducia, dunque, nel Signore Gesu', nella sua Parola, nell' amore, che è tolleranza, comprensione, dialogo, rispetto, condivisione.
 - Guidati dai pastori e da Maria. Sono i pastori a farci da guida; hanno udito una Buona Notizia, hanno ricevuto un segno preciso, " un bambino avvolto in fasce in una mangiatoia".
 Essi si mettono in cammino e il loro percorso trova sbocco; capiscono che la parola dell' angelo era vera. 
 La celebrazione dell'Eucaristia (rendimento di grazie) ci fa rivivere l' atteggiamento dei pastori: la gratitudine per il grande dono, che ci è stato fatto, il dono di Gesu', che viene a salvare l' umanità.
 Oggi, possiamo  sperimentare la sua " benedizione", la sua pace; riconoscere la nostra dignità di figli, chiamati a vivere una nuova fraternità.
 - La mangiatoia è un segno eloquente: Gesu' prende il posto del cibo, che nutre e sostiene. E' un segno paradossale: "il bambino, che ha bisogno di essere nutrito, è cibo e forza, che nutre con la sua presenza e la sua Parola". E' un segno di consolazione. " Dio si fa vicino, ponendosi in un luogo di umiliazione e di povertà, perchè possa essere raggiunto da tutti".
                                          
                                                                                  Mons.  Antonio Scarcione

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