"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 18 dicembre 2011

La Domenica con Gesù, IV^ Domenica di Avvento

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  

" Ecco la serva del Signore: avvenga per me
secondo la tua parola ". Lc 1. 38

 In quest'ultima domenica d'Avvento la liturgia anticipa già il significato del Natale di Gesù: Dio intende porre la sua dimora in mezzo agli uomini. Conseguentemente, questa iniziativa di Dio esclude ogni pretesa umana di auto-salvazione.
 Qual è, dunque, lo scopo dell'agire di Dio nella storia?
 Certamente  quello di riunire gli uomini e di sanare la loro disgregazione interiore.
 - Il mistero taciuto nei secoli. Quest' affermazione ci riporta al silenzio di Dio. E' il silenzio, che si chiude alle ricerche dei filosofi e dei sapienti, che parlano di Dio e tracciano incomprensibili geroglifici sulle pareti.
Ma Dio è dietro la parete.  Solo abbattendola, lo si incontra. 
Parlare di Dio, che c'è o che non c' è, è un gioco della stoltezza umana.
 L'unico modo, in cui Egli si manifesta, è quello del suo fluire come Parola, che scaturisce dal silenzio eterno.
 - Se c' è un aspetto, che oggi è difficilmente tollerabile nei credenti, è la loro presunzione di offrire al mondo la soluzione dei problemi, che affliggono tutti. Le soluzioni presentate in nome di Dio, spesso, non sono che presunzioni personali, mascherate dal fanatismo.
 Quello che, spesso, nella storia, si era creduto il sentiero di Dio, si è rivelato il sentiero della follia umana.
 La vera fede, invece, ha il pudore, la riservatezza, la perplessità di Maria, testimoniata davanti all' angelo.
 Tra il mistero di Dio e lei c' è l' interrogativo, la dimensione umana, cioè, che dà alla fede una modestia.
 Chi molto crede in Dio, ne parla poco. Noi che abbiamo una fede da testimoniare, dobbiamo guardare con diffidenza i vari fanatismi dei nostri tempi.
 - La fede è l'opposto del fanatismo: accetta, infatti, il cilicio dell' interrogativo. E' la fede, che, spesso, preferisce il silenzio. Il silenzio di Maria fa spazio a Dio, perché in lei si manifesti.
 Noi diventiamo come Maria, il tempio di Dio: quando, solo per amore, facciamo dono del nostro tempo, delle nostre capacità, dei nostri doni al prossimo, quando sappiamo pronunciare con gioia e nel silenzio i sì, che costano, alla volontà di Dio.
 Ci separano ormai pochi giorni dalla celebrazione del mistero dell' Incarnazione del Signore. Cerchiamo di diventare più pensosi e più oranti.
 - La liturgia ci propone l'Annunciazione del Signore, avendo sullo sfondo la profezia del profeta Natan, riportata dalla prima lettura.  Da una parte Dio non accoglie l'impegno di Davide di costruirgli un tempio, dall' altra si rende personalmente presente nella nostra storia, attraverso la nascita da una giovane anonima.
 Viene, infatti, ricordato che l' uomo vivente è preferito dal Signore, rispetto ad ogni opera e ad ogni situazione.
 Il tempio rappresenta la religione ufficiale, il culto e le tradizioni. Il Signore chiede a Davide di coltivare la fedeltà del cuore. Ma è Maria che risponde, realmente, a questa richiesta del Signore con generosità: " Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola ".
 - Emerge, poi, come il desiderio di Dio vada al di là della disponibilità umana. Davide si affida, infatti, ai suoi slanci, Maria, invece, percepisce, com'è il Signore, che, per mezzo suo, vuol farsi uomo tra gli uomini, così da trasformare la storia, da un insieme di fatti a storia della salvezza.
 - Ogni volta che nelle nostre comunità si proclama il vangelo, l' annuncio a Maria diventa proposta concreta per la nostra vita. 
 - La liturgia, ricordandoci che il tempio di Dio è l'umanità e la terra abitata dagli uomini uniti a Cristo,ci propone di andare oltre le motivazioni contingenti, per ricordare a noi e annunciare a tutti che Dio entra nella storia, nella vita di ogni uomo, perché sia salvato.  
                                                                               
                                                                           Mons.  Antonio Scarcione  

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