Mariano Gianluca D'Alù
venerdì 29 luglio 2011
30 luglio, iniziano i festeggiamenti alla Madonna delle Vittorie
Trascorre il tempo e con esso, tramontano gli usi, le tradizioni, ed ogni cosa in genere.
C’è una cosa, però, che per il popolo Piazzese non passa, non tramonta, non viene divorata dall’oblio, questa è il tradizionale mese di Agosto, il mese dedicato a Maria Santissima delle Vittorie, “a Madonna ‘a Cattedràl”.
Un quadro per alcuni, una splendida icona per gli studiosi d’arte che la vorrebbero nei musei, l’immagine di una Madre, invece, per l’intero popolo piazzese, per quel popolo che ha legato indissolubilmente a Lei, la sua intera storia, custodendola gelosamente ed ottenendone sempre protezione.
Un dare e ricevere conscio, però, del poco che si è dato e si da, in rapporto a quanto elargito dalla “Bedda Matri”.
Lodata nei momenti di grande gioia. Invocata in ogni occasione di pericolo e dolore: guerre, pestilenze, carestie e terremoti, nelle cui avversità, i nostri avi ci hanno tramandato la Sua costante e potente intercessione.
Il popolo, nel ringraziarla, ha costruito in suo onore un gran Tempio, arricchendolo di infinite bellezze; si è privato, per voto, di meravigliosi gioielli, per rivestirla d’oro, forse quasi a continuare l’opera, così come cominciata, da colui che stese una foglia d’oro per realizzarLe lo sfondo. Tesoro materiale ma allo stesso tempo spirituale, purtroppo spesso sottratto da furti sacrileghi, ma sempre nuovamente arricchito dai Piazzesi, in lacrime nel vederla messa a nudo.
E in suo onore, ad immemorabili, il caldo mese di Agosto a Piazza Armerina si tinge d’azzurro. La città mariana dedica quasi l’intero mese a Lei, recandosi in massa ai suoi piedi, dimenticando vacanze, mare e tutti gli altri impegni.
Tutto ha inizio il 30 luglio, con il canto del Vespro e la solenne apertura del fercolo che custodisce la Sacra Icona. Questa data segna l’inizio di un cammino di spiritualità, fatto di quindici giorni, quindici passi realizzati da centinaia di devoti che tutte le mattine, all’alba, “salgono” in Cattedrale per la recita della Quindicina, illuminata preghiera, composta dal grande vescovo Mario Sturzo, con la quale si ricorda la millenaria storia della miracolosa Immagine, il grande amore del popolo Piazzese per Lei e la costante richiesta di protezione per la città e i suoi abitanti.
Questo cammino quasi a metà del percorso, si intensifica: giorno 5 Agosto, in una Cattedrale gremita, a “Madonna scinn”. In preghiera, in un’atmosfera quasi sovrannaturale, in un religioso silenzio, si realizza il cerimoniale più scenico ed emozionante.
Durante la celebrazione, il pesante fercolo che custodisce la Sacra Immagine viene prelevato dall’altare maggiore e, mantenendosi sospeso in aria per alcuni lunghissimi minuti, discende lentamente ed è collocato sul piano del presbiterio per essere subito svelato, sciogliendo, così, al grido di “Viva Maria” del Parroco, il silenzio che ha suggellato la discesa.
È questo il primo e commovente abbraccio tra la Madre e i suoi figli.
Nei giorni successivi: le celebrazioni per la famiglia, per le vocazioni, per le forze armate, per i bambini, per i benefattori, ci portano incessantemente a giorno 15, il giorno della festa dei Piazzesi perché festa della Madre, festa liturgica dell’Assunta. In quel giorno le campane della Cattedrale non si stancano di suonare, diffondendo l’atmosfera della festa in ogni angolo della città e dell’agro circostante.
In quel giorno tutti, almeno per un minuto, passano a rendere omaggio alla Madonna delle Vittorie, loro Patrona. È il giorno del secondo abbraccio, quello più lungo, ancora più emozionante del primo.
La sera, alle 20.00, al dolce suono di una campanella d’argento, più di cinquanta uomini, gridando “Viva Maria”, sollevano il fercolo sulle proprie spalle per portarlo, dietro una lunga processione di devoti, lungo le strette e antiche vie del centro storico; dai cui balconi, gli abitanti, superbamente, concretizzano l’atteso e fugace incontro del proprio sguardo con quello dolcissimo della Madonna, in una prospettiva del tutto unica e diretta.
Quel Suo sguardo, entra anche all’interno delle case, come una di casa, così da ricordare che Lei è presente in ogni istante della nostra vita, in ogni luogo della nostra quotidianità.
Poi, la processione fa ritorno in Cattedrale. Questa e quasi totalmente al buio, perché spoglia del suo bene più prezioso, spoglia della ragione per cui fu ideata, progettata ed edificata.
Per questa ragione, quando il fercolo quasi raggiunge il presbiterio, la Basilica viene istantaneamente illuminata a giorno, tra il batter di mani dei fedeli, lo sventolio dei fazzoletti azzurri dei portatori e il suono di tutte le sue campane esterne ed interne.
All’indomani, invece, il primo giorno del distacco. L’immagine di Maria viene riposta nuovamente sull’altare maggiore, nel suo trono; sei giorni dopo – ottava della festa –, tornerà ad essere nuovamente velata.
In quel momento tutto si compie. In quell’istante, migliaia i pensieri, le preghiere, le ansie e i tormenti, le lodi e i ringraziamenti che ogni presente affida alla Madonna.
Un momento di tristezza dovuto alla sottrazione dalla vista del Suo dolce volto, ma allo stesso tempo, un momento di profonda fede, nella certezza di essere ascoltati e presto confortati ed esauditi, essendo Lei, Patrona benevola e Avvocata nostra presso Dio.
Oggi e sempre VIVA MARIA SANTISSIMA DELLE VITTORIE.
Mariano Gianluca D'Alù
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