Ci piace introdurre questo bellissimo post inviatoci da un 'figlio di Piazza Armerina' con la seguente citazione: “Internet è un dono di Dio”, questa è la famosa frase di uno scrittore e dissidente cinese, Liu Xiaobo, attivo da molti anni nella difesa dei diritti umani nella scena nazionale del suo Paese e insignito, nel 2010, del Premio Nobel per la Pace.
Grazie ad Internet, il mondo è dietro la porta, la gente si ritrova e così anche la nostra esperienza con il Blog del Quartiere ci ha consentito di mostrare e far sentire ai tantissimi Piazzesi lontani dalla terra madre la voce, le atmosfere, di una comunità che vive orgogliosa del bagaglio culturale tramandatoci dai nostri avi.
Tanti i piazzesi che ci scrivono, che abbiamo incontrato (sabato scorso ho avuto il piacere di conoscere un quartierante doc, nella persona del dott. Tanino La Versa), uomini innamorati ed orgogliosi di essere Piazzesi.
Ad un altro piazzese, il quartierante Pippo Suffanti, professore in pensione e giornalista abbiamo chiesto di raccontarci il Quartiere Monte e la città con gli occhi della sua fanciullezza.
Di seguito riportiamo il bellissimo articolo che ci ha trasmesso, certamente degno di un set cinematografico per lo spaccato storico e le suggestioni in esso contenute. Buona lettura........... Filippo Rausa
Amarcord del quartiere Monte.............
Lo sapevate che la prima automobile che, nel '47 circolò nel quartiere Monte fu una Fiat Topolino di proprietà del prof. Zaccone, detto Pizzo Nero, per il suo garbato pizzetto che caratterizzava un personaggio basso, elegante dallo sguardo serio ed autoritario?
Egli abitava qualche porta prima della sartoria Sauli, quasi a metà strada della via Crocifisso e, ogni mattina, verso le nove si recava a scuola accompagnato dallo sguardo curioso di tanti quartieranti tra cui il sottoscritto, nato proprio nella casa tra la via Milazzo e la via Monte, allora tenero bambino che si divertiva a osservare dal balcone questo passaggio, prima di andare all'asilo dalle suore della Neve.
Lo sapevate che nel nostro quartiere, tra gli anni 70 e 80, esisteva un cinema parrocchiale, denominato “Cristo Re”, capace di tenere testa agli altri locali della città?
Lo sapevate che al Monte funzionava uno dei primi mulini “moderni” cioè non ad acqua, situato nel locale dell'attuale supermercato del Piano Marchese.
Sono “muntaro” purosangue e se chiudo gli occhi rivedo una quartiere vivo, con gente prosperosa, attiva e rispettosa. Ricordo alcune famiglie come i Trigona, Crescimanno, Dolei, Marino, Prestifilippo, Urzì, Barbera, ed altri che non ricordo, che davano prestigio alla quartiere e alla comunità intera.
Un sindaco importante come Giuseppe Sammarco nacque al Monte in via Orfanotrofio, ricordo vagamente i suoi genitori tesi a portare avanti i programmi di questo figlio particolare.
In questo contesto, si sviluppava una comunità dalla collocazione sociale trasversale, e tutti erano a disposizione di tutti, senza far pesare né titoli, né potenza, né ricchezza. Alla fine, quello che emergeva, era il reciproco rispetto, nella distinzione dei ruoli, in un clima di grande solidarietà,
I miei occhi di fanciullo non possono non ricordare fatti e personaggi che hanno caratterizzato quegli anni '50 del dopo guerra, in un quartiere dall'atmosfera quasi magica.
La mattinata estiva era caratterizzata dalla presenza di una carrozzella colorata, dentro la quale c'era sistemata la granita al limone, “ a granita che bella!!!” era la frase cantata con la quale Conti, annunciava il suo arrivo, e.....in pochi minuti attorno a lui era festa di bambini e di mamme.
Come non ricordare u zu Totò La Mattina, un arzillo signore quasi ottantenne, che ci aspettava, seduto sotto il palazzo dei Prestifilippo, per raccontarci le leggende sugli spiriti, tesori, cofanetti pieni di monete d'oro, ecc. ecc legate a “Muntraon” (Monte Navone) e noi bambini, accovacciati davanti ai suoi piedi, mentre le rondini volteggiavano garrendo di gioia sopra il cielo del piano Marchese, seguivamo attenti le sue roboanti parole volando con la fantasia in territori lontani.
I suoi 'cunti' erano coinvolgenti, le azioni sembrava fossero lì a portata di mano. Come non ricordare gli amici di tanti giochi, come 'a fussetta, i ferretti, u rummulu, a scin la vacca, e 'mucci' (a nascondino), ecc. ecc. oppure i personaggi legati alle loro attività, come l'eclettico Ciccino Failla, titolare della bottega di generi alimentari e non solo, che per anni tenne il quartiere, dalla mattina alla sera, in una forzata allegria, con le musiche di Renato Carosone sparate al massimo volume.
Come non ricordare Massimo Prestifilippo, che con la sua Alfa Romeo rossa, posteggiata davanti al portone dava un senso di prestigio ai quartieranti di allora.
Come non ricordare, Mondello, il giocatore di calcio della Plutia sposato con una delle sorelle Accardi, che quotidianamente con portamento da Vip andava a lavorare presso il notaio Crea con una bella macchina sportiva rossa amaranto, sogno di noi ragazzi.
Ogni locale della via Monte rappresentava una piccola azienda, quasi a formare un moderno centro commerciale all'aperto. Non mancava quasi nulla.
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via Monte, foto Seby Arena |
A cominciare dall'alto della via Monte guardando la Cattedrale a scendere, come non ricordare il negozio di casalinghi di Trigona, la macelleria di Grillo, la bottega di frutta e verdura della Calì, il negozio di alimentari di Zuccarello, padre di Mario, il barbiere di “u ziu Giunnannino Parasole” poi passato ai fratelli Cisarello, la bottega del calzolaio Indiogine, la bottega di frutta e verdura di Buetto, la falegnameria di “ u ziu Cuncetto Conti”, il cui locale passò in seguito al maestro bardaro Filippo Capizzi, la bottega di alimentari della meglio conosciuta Cancarè, la botteguccia di merceria, di due metri quadrati, 'da “a 'ze Calurina”, il negozio della La Versa, il negozio di pasta e farina 'da “ 'ze Pietrina Quattrino”, il negozietto di Tudisco, il negozio di tessuti della sig.na Filetti, il tabacchino di Scebba, la bottega di frutta e verdura Di Salvo, la bottega per il sapone ed il carbone di La versa, la calzoleria di “ u ziu Nunzio Mellia” e scendendo di una sola porta quella di “ u zio Peppino Zammataro” e poi quella Failla ed infine quella di 'u zu Tatanu Sammarco, all'angolo del Piano Marchese, oggi Piazza Gen. Giunta.
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Chiesa Angeli Custodi |
Ma c''era qualcosa di più che legava i quartieranti del Monte, le due chiese rappresentate da due sacerdoti che allora fecero la storia, padre Dilegami per la chiesa del SS. Crocifisso e padre Scozzarella per la chiesa degli Angeli Custodi. Per motivi territoriali, personalmente ero legato alla seconda.
In ogni comunità parrocchiale ognuno di noi ragazzi trovava il modo di sviluppare la propria personalità avendo, come riferimento la cultura Cattolica, i suoi valori e la sua storia.
Gli annessi locali di aggregazione (circolini), frequentati da noi ragazzi di Azione Cattolica erano una palestra di dibattito, di confronto e di conoscenza culturale, essi ci arricchivano e ci educavano alla vita sociale e probabilmente anche alla buona politica.
Ma di questo argomento ne parleremo alla prossima puntata.
Giuseppe Suffanti
10 commenti:
Io sono cresciuta nel quartiere Monte ed ancora adesso rivedo la mia infanzia in quel contesto magico,vivace,di integrazione con i vicini di casa,in un clima di rispetto e mutuo soccorso. Ai più anziani le nostre mamme aiutavano a pulire la casa ed i bambini andavamo a comprare nelle piccole botteghe alimentari il pane ed altri generi di prima necessità.Giocavamo su quelle strade storiche correndo felici e liberi come il vento.Senza cellulari nè computer,incredibile ma vero! Oggi è impensabile.
Stella
Fantastico, bravo sig. Suffanti, io ricordo come se fossero qui presenti i miei nonni, la mia gioventù al Monte.
Quartiere bellissimo, che deve essere sempre più valorizzato, eccellente il lavoro del Comitato da premio OSCAR, spero che il Comune raccolga la vostra buona volontà, ciao e forza Monte
Salvatore
Gioacchino GIUNTA ha detto...
Se avessi la macchina del tempo mi farei trasportare, senza indugio alcuno, verso quei tempi colmi di valori veri e genuini che oggi, anche a volerli pagare a peso d'oro, non possiamo più trovare.
A cosa è servito il progresso economico e sociale senza i rapporti umani di un tempo?
Se fosse possibile cederei immediatamente tutto ciò che mi appartiene, moglie e figlia escluse, per un immediato trapasso a quei tempi andati dove, con poche lire in tasca si viveva liberi e sereni!
UN PLAUSO A FILIPPO RAUSA E AL SUO OSPITE.
Pippo, una bella cartolina di quello che era il quartiere Monte
Grazie
Per il Palio non diciamo niente.....con la speranza in cor....
complimenti a tutti chi ha la possibilità porti a conoscenza della comunità tutto quello che riesce a sapere della storia e quant'altro della nostra città
grazie
grazie sig. suffianti, anche io che sono quasi un trentenne ricordo un quartiere non vivo come il suo ma certamente diverso da qullo di oggi. Aspetto con trepidazione la già preannunciata prossima puntata, per me e credo per tutti i lettori... il prossimo "viaggio nel tempo"...
GRAZIE
grazie ..pippo...anche io sono nata e cresciuta al monte..mi ricordo mia madra che mi mandava in questi piccoli negozi a fare la spesa......tutte quelle passeggiate e corse con la bicicletta alla cattedrale.....bellisimi ricprdi...bei tempi....mi ricordo che la mattina andavo a prendere la famosa e meravigliosa granita a piazza castello....insomma mi hai fatto rivivere momenti..ed emozioni indescrivibili................................fuardo wilma
Pippo, purtroppo io essendo Cast'dd'ner raramente frequentavo il Monte se non per qualche visita alla Cattedrale o al cinema "Agli Angeli". Ma l'ho riscoperto da adulto, in specialmodo da quando iniziai a percorrere le sue strade alla fine degli anni '90, in seguito al ritorno della Scuola Media "Capuana" nella sua sede storica. E da allora spesso mi ritrovo a girare con la testa all'insù per scoprire scorci che mi riportino indietro di decenni, di secoli, quando il quartiere era il cuore pulsante e nobile d' Ciazza. E' stato l'inizio per conoscere e approfondire il più possibile tutte le informazioni riguardanti la nostra Città e il bello è che la curiosità continua. Grazie Pippo per questi tuoi ricordi che riportano alla luce quanta vita c'era per quelle strade.
Pippo- meravigliosamente- meraviglioso il tuo racconto- io che sono nato e cresciuto nella Via Chiello ricordo perfettamente tutto quello che tu hai descritto con estrema precisione.E poi,aggiungo, che già a 10-11 anni in quei posti ho avuto le miei primi amorini con coetanee ...e anche di piu'. Il pane fatto in casa...." u pupiddu" che usciva per primo dal forno...che delizia..che bontà!!!! .Pippo sei riuscito a farmi tornare indietro di olre 50 anni. Mi sento ancora " n'carusu ch' curr'"- Grazie .- Calogero mellia
Grande Pippo bellissimo articolo degno del tuo amore per Piazza Armerina.👍👏❤️
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