"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

mercoledì 6 gennaio 2016

Epifania del Signore

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Epifania del Signore

Testi: “Aprire gli occhi e il cuore” Is 60,1-6 . 
“Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra” Sal 71 . 
“Tutti chiamati a partecipare alla stessa eredità” Ef 3,2-3a.5-6 . 
“Venuti dall’ Oriente per adorare il re” Mt 2,1-12 .

Il capitolo 2o ,vv.1-12, di Matteo, col quale la Chiesa celebra la solennità dell’ Epifania del Signore, si presta a molteplici interpretazioni. Per noi, oggi, risulta importante cogliere la sua peculiarità all’ interno di un progetto, l’ annuncio del vangelo.

-In “mondovisione”. Matteo mostra il suo interesse per un’ evangelizzazione universale, come confermano le parole: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…” (Mt 28,19). Qui i magi sono rappresentativi di quelle nazioni lontane, alla ricerca di un salvatore. Nella tradizione pagana vi sono correlazioni tra il sorgere di un nuovo astro nel cielo e il nascere di un personaggio. Così alla nascita d Mitridate e Alessandro Severo furono osservate nel cielo nuove stelle di straordinaria luminosità. Lo studio degli astri, ad opera di astrologi-astronomi, non viene considerato una mera superstizione, ma trova posto, nell’ epoca, in quanto interpretazione della volontà divina.

La stella menzionata più volte, il sogno con cui vengono avvertiti delle cattive intenzioni di Erode sono significativi: Dio si mostra anche a coloro che sono lontani in senso geografico, etnico e religioso. In questa “Epifania”(Manifestazione ) di Dio viene rivelato il progetto di salvezza di tutti i popoli. Il racconto, quindi, della visita dei magi rappresenta un’ anticipazione dell’ universalità della salvezza e dell’ effettivo ingresso dei discepoli di Gesù nella comunità, la Chiesa.

-“Difficoltà di ricezione”. Che fine fanno i giudei nella pagina del vangelo di oggi ? Ad es.: Erode, gli scribi e i capi dei sacerdoti ? Vediamo che, così, Matteo anticipa l’ avversione ed il rifiuto che Gesù subirà nella città santa. Sono, purtroppo, i capi dei sacerdoti e gli scribi a persuadere la folla, a chiedere la liberazione di Barabba e la condanna di Gesù, mentre la moglie di Pilato definisce Gesù “giusto” ed, inoltre, chiede che sia preservato.

-Il “regista nascosto”. La narrazione di Matteo fa emergere il lato positivo. Infatti, se Erode è in grado di manipolare fatti e persone, Dio rimane sempre, dall’ inizio alla fine, il vero regista della storia. Ciò è chiaro al lettore, che procede, confidando in una risoluzione positiva.

-“Un protagonista dell’ altro mondo”. Ecco, in fine, il protagonista: il neo-nato, “il re dei Giudei”; vediamo che si tratta alle sue spalle, ma egli rimane tranquillo. In questa quiete, in evidente contrapposizione ad Erode, troviamo Gesù e Maria. La stella, che si ferma sopra la loro casa, comunica una grandissima gioia. Il particolare della casa, una casa normale, dice la dimensione ordinaria e familiare di questa Epifania; essi riconoscono, vedono il Messia, il figlio di Dio venuto a salvare. Questo accade, poiché si sono messi in cammino, hanno percorso una strada, hanno scrutato i segni, interrogato i sapienti, ascoltato i profeti. Il cammino dei magi, il loro essere “in uscita” rende possibile l’ accoglienza dei segni, che avviene nell’ ordinarietà di una nascita, avvolta da una luce soprannaturale, simboleggiata dalla stella.

Nei doni leggiamo la straordinaria dignità regale ( oro ) e sacerdotale ( incenso ) di Gesù e l’ anticipazione della passione e morte (mirra). L’ adorazione significa che nel bambino, questi uomini, venuti da un altro mondo, riconoscono il “Dio vivente”, la sua manifestazione.

In fine, avvertiti in sogno, delle trame di Erode, ritornano, per un’ altra strada, al loro paese. Essi, infatti, alla connivenza con i potenti, preferiscono l’ umiltà di un’ uscita di scena silenziosa.

                                                                                   Mons. Antonino Scarcione

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