"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 3 gennaio 2016

La Domenica con Gesù, II^ dopo Natale. SS.mo Nome di Gesù

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


Testi: “La Sapienza abita nel popolo eletto” Sir 24,1-4.12-16(NV). 

Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi” Sal 147. 

“Figli adottivi di Dio” Ef 1,3-6.15-18. 

“Venne ad abitare in mezzo a noi” Gv 1,1-18.


La liturgia ripropone il Prologo di Giovanni, già proclamato a Natale, quasi per un approfondimento. E’ un inno in tutta la sua bellezza poetica e teologica. Cerchiamo, allora, qualche chiave di rilettura. Notiamo che il lavoro è facilitato dalle altre letture, sia per le caratteristiche compositive, contraddistinte dal medesimo genere letterario dell’ inno, sia per il contenuto.

-“Agli inizi della storia”. Il “Verbo” (“Logos”), che è detto “onnipotente”, scende dal cielo in terra, nel silenzio della notte. E’ “il momento iniziale” dell’ “abbassamento” di Dio verso la sua creazione: il testo guarda sia alla nostra storia umana, sia alla “storia” di Dio, che è eternità. Da notare che i versetti, che si riferiscono, nel vangelo di oggi, a Dio e alla sua essenza(vv.1-5) ( la preesistenza del “Logos” presso Di, la divinità del “Logos”, la sua mediazione creatrice, in lui c’è la vita, lui è luce degli uomini, che splende nel buio) sono molto più lineari e sintetici.

-“Dal seno dl Padre”. Abbiamo focalizzato l’ attenzione sul punto saliente dell’ inno, il v.14: “E il Verbo si fece carne e abitò in mezzo a noi”, per sottolineare la storicità dell’ evento e il fatto che ciò è accaduto nel tempo. Il “Verbo/ Logos” ha ora un nome ed un volto, Gesù Cristo (Cfr. vv.14-18: Cristo Unigenito,, Cristo pieno di grazia e di verità, Cristo testimoniato dal Battista, Cristo pienezza, da cui tutti abbiamo ricevuto, è mediatore di grazia e di verità, rivelatore del Padre).


Il sentimento di tenerezza, che circonda ogni nascita, ha pervaso la liturgia ed, oggi, questi versetti risuonano come la ripresa, in un’ opera musicale, del tema principale, del “leit-motiv”; il testo ci mette davanti agli occhi che proprio quel Bambino, che è nato da Maria, “era in principio” (v.1) ed “è nel seno del Padre” (v.18). 
Da notare l’”era”, con cui il Prologo si apre e l’”è”, con cui si chiude; sono due voci del verbo essere: la prima,“én”, imperfetto greco, indica un’ esistenza che si prolunga indefinitamente nel tempo, per rendere il concetto di eternità; la seconda, “ho on”, participio presente, allude a YHWH, nome di Dio per eccellenza. Nello svelamento di una persona in relazione con Dio è possibile affermare che “era Dio” (v.1) e “in lui era la vita” (v.4). Ecco una seconda chiave di ri-lettura: “il Verbo/Logos” è Dio.

Tutto porta l’ impronta di Dio Creatore, quello che vediamo, quello che non vediamo, quello che già conosciamo e quello di cui neppure sospettiamo l’ esistenza. Non solo: anche la sussistenza di “tutto”, il permanere nella vita e nell’ essere, dipende dal Creatore.

                                                                      Mons. Antonino Scarcione

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