"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 24 gennaio 2016

La Domenica con Gesù, III^ del Tempo Ordinario/C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Test: “…Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno…non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”. Ne 8,2-4a . 5-6.8-10 . “Le tue parole, Signore, sono spirit e vita” Sal 18 .”…Ora voi siete il corpo di Cristo e…sue membra…Alcuni…Dio li ha posti nella chiesa…come apostoli,…come profeti…come maestri; poi ci sono i miracoli,…il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue…” I Cor 12,12-30. “ Lo spirito del Signore è sopra di me…mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,…ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista…Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato” Lc1,1-4;4,14-21.

La nostra riflessione si può orientare, tra le varie piste possibili, verso il tema del Giubileo, oggetto dell’ intervento di Gesù nella sinagoga di Nazaret. E’Dio che si prende cura dell’ uomo. Poiché ci sono uomini, che patiscono ingiustizia e oppressione, Dio mostra particolare sollecitudine nei loro confronti. 
Il compito di rendere giustizia è attribuito, prima che al re, a Dio stesso: Gesù, nella sinagoga, annuncia e svela il senso della sua missione con le parole del profeta Isaia. La stessa sollecitudine per i poveri, Dio la chiede agli uomini: “Non maltrattate lo straniero e non l’ opprimete, perché anche vo siete stati forestieri in Egitto. Non opprimete la vedova e l’ orfano…Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai a sera, perché è la sua unica coperta” (Es 22,20-21.25-26). E se i re non governeranno con giustizia, sarà Dio stesso a prendersi cura del suo popolo, come un pastore del suo gregge. (Ez 34,15-16).

E’ proprio questo il significato del Giubileo. Ogni cinquant’anni, dovevano essere ridistribuite le terre, condonati i debiti, liberati gli schiavi: “Se il tuo fratello, che è presso di te, cade in miseria e si vende a te, non farlo lavorare come schiavo; sia come un bracciante, come un inquilino. Ti servirà sino all’anno del Giubileo; allora, se ne andrà da te insieme con i suoi figli, tornerà nella sua famiglia e rientrerà nella proprietà dei suoi padri”. A questo punto, vediamo bene che emergono due elementi.
Il primo è questo: i poveri, di cui parlano i testi biblici, son tali, in senso economico e sociologico: sono proprio quegli uomini che non contano nulla nella società. Il secondo è il seguente: i poveri godono della protezione divina, non per i loro presunti meriti morali, ma per la loro situazione di sofferenza.

Queste disposizioni interpellano e provocano la Chiesa, chiamata da Papa Francesco a vivere il Giubileo della misericordia.

                 Mons. Antonino Scarcione

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