"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



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Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

giovedì 12 gennaio 2012

A proposito del terremoto dell' 11 gennaio 1693, qualche pillola di storia


particolare dell'Icona di Maria SS. delle Vittorie

Mercoledì 11 gennaio la Chiesa di Piazza Armerina ha ricordato l’Anniversario del catastrofico terremoto del 1693 dal quale la città di Piazza Armerina per intercessione della Sua Gran Madre e Patrona, Maria Santissima delle Vittorie non subì alcun danno.

La scossa devastatrice, giunse alle ore 21,00 e percorse distruggendo in un solo colpo, l'intera Val Di Noto e parte della Sicilia orientale, la furia distruttrice spazzò via secoli di storia, fermandosi ai piedi della nostra città, salvata miracolosamente dal Vessillo di Maria SS. delle Vittorie, che dal 1348 anno del suo ritrovamento, ha sempre avvolto con il suo manto protettivo la nostra città.


Di seguito riportiamo alcune notizie che ci ha trasmesso mons. Antonio Scarcione prevosto della Basilica Cattedrale, tratte da alcuni manoscritti, su come i nostri antenati vissero quei giorni di sgomento.

"La scossa più forte, quella delle 21,00, venne preceduta da boati spaventosi e seguita, per vari giorni, da altre scosse di minore intensità".
 ...Ai primi boati, cupi e fragorosi, le monache del monastero di San Giovanni si resero conto, in certo modo, di quello che accadeva: un minuto dopo, era un sussulto di mura, uno sbatacchiare di campane, uno scricchiolio di porte e di finestre, un precipitare di intonaci, tegole, calcinacci, che si confondevano con le loro invocazioni e le loro grida. Intanto, la gente, fuori, correva all' impazzata verso i punti, in cui c'era più spazio. Così il vasto piano del Padre Santo venne subito invaso... L'austera porta claustrale si aprì e le monache si trovarono fuori, sul piano, dove, come Dio volle, passarono quella notte in lacrime e preghiere.
 Con l'alba del 12 gennaio, i cittadini, temendo un più violento ritorno del terremoto, abbandonarono l'abitato... Si accorse, quindi, al Duomo, dove, con l'intervento dei canonici, del clero e delle confraternite si organizzò un' imponente processione, come mai si era vista.
 Precedevano le confraternite, i frati e le monache, i chierici e il clero, quindi l' Immagine della Patrona. Dietro il Simulacro l'onda immensa del popolo con a capo i Giurati e il Capitano di Giustizia, don Giuseppe Trigona Paternicò. La processione scese in piazza, imboccò la via ferreria, uscì di porta "ospedale" e della salita dei Cappuccini. Qui sostò...Venne eretta una baracca-cappella, per il simulacro mariano. La baracca fu rivestita di pelli. Capanne speciali accolsero le monache, guidate dalla badessa Sr. M. Solonia. Accanto ad esse vi erano le monache di S. Chiara. Le religiose di S. Agata e della Trinità, invece, si fermarono al "largo castello".
 Questa situazione durò 40 giorni. Successivamente, con rinnovato fervore, l'Icona fu riportata trionfalmente al Duomo.
 Alcune notizie, risalenti al 1694, a cura di Mons. Riggio, in S. Visita a Piazza Armerina: Fuochi n. 3186. Anime 12.301. Monache n. 366. Sacerdoti n. 125. Chierici n. 202.
Danni in Città di lieve entità. In Duomo, allora in costruzione, cadde la volta del coretto (rifatta, successivamente, col contributo di onze cento da parte del cantore, canonico D.G. Cascio) e riportò danni il vecchio campanile arabo-normanno. Furono registrate, inoltre, lesioni più o meno gravi in qualche muro.
 Vittime del terremoto: nessuna. Nella vasta area della Sicilia Sud Orientale risulta, invece, che ci siano state circa 70.000 vittime.
 Proprio per questo il nostro popolo si è sentito, giustamente,  protetto dall'Alto. Ogni anno, poi, l'11 gennaio, fa veramente piacere incontrare numerose persone, che salgono in Cattedrale, per  ringraziare la Patrona, Maria SS.ma delle Vittorie, dello scampato pericolo.


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