"Al tempo del re Erode alcuni magi vennero da Oriente a Gerusalemme". Matteo 2, 1
sabato 7 gennaio 2012
Epifania del Signore
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa.
"Al tempo del re Erode alcuni magi vennero da Oriente a Gerusalemme". Matteo 2, 1
"Al tempo del re Erode alcuni magi vennero da Oriente a Gerusalemme". Matteo 2, 1
I Lettura. "(Gerusalemme), alzati rivestiti di luce, perché viene la tua luce..." Isaia 60, 1
II Lettura. "...Le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità..." Efesini 3, 6
Epifania significa manifestazione di Dio a tutti i popoli (per la loro salvezza).
L'avventura della fede. Quella dei magi è un' impresa, che raggiunge il suo obiettivo. Nella loro storia ci sono tutti gli elementi di un cammino di fede.
Scrutano il cielo e s' imbattono in una stella. Per loro quel punto luminoso non è solo una delle tante luci, è un segno. In fondo è così per tutti quelli che cercano o alzano lo sguardo verso il cielo. Si tratta solo di un segno. E se si ingannassero? Ebbene, tutti quelli, che hanno fatto la loro stessa esperienza, sanno bene che ci sono "segni", che afferrano la mente e il cuore ed inducono a "partire."
Ed, effettivamente, partono, perché li spinge il segreto desiderio di decifrare quella traccia, che è stata data. Accettano di abbandonare tutto, pur di raggiungere quest' obiettivo. A guidarli, nel buio della notte, è sempre quella stella: essa indica il cammino. Hanno una domanda. E, arrivati a Gerusalemme, la pongono. Per qualcuno è impertinente (Erode), per altri (i sapienti della corte) è solo l'occasione di sfoggiare la propria erudizione, perché loro la Bibbia la conoscono bene. Per altri ancora è forse solo curiosità. Ecco alcune delle reazioni che suscita la fede, ieri come oggi : risentimento, paura, curiosità passeggera, attenzione culturale.
Ma i magi la domanda la pongono, solo perché vogliono "trovare" il segno.
E "passano" attraverso le scritture: tappa obbligata per coloro che vogliono arrivare a Gesù. C'è qualcuno che li aiuta, perché i sacri testi non sono, a tutti, familiari. Tuttavia, paradossalmente,
proprio coloro, che sanno districarsi nel maneggiare la Bibbia, (gli esperti della corte) non arriveranno al Bambino. Perché ? Proprio perché la conoscenza "razionale" non basta: ci vuole il desiderio, che, come una fiamma, accende tutta la vita e diventa fede e speranza.
L'indicazione, che, comunque, hanno ricevuto, consente loro di arrivare alla meta. Sì, ma, in fondo, che cosa vedono? Solo un bambino con sua madre. Eppure, quello non è un piccolo uomo qualsiasi. La stella (né una super-nova, né la cometa di Halley) indica la grotta. Ed essi nella luce di Dio, ora, possono riconoscere Lui e lasciarsi afferrare dalla gioia. E lo adorano. Gli offrono i loro doni.
La storia dei magi incanta i bambini e conduce i grandi a ripercorrere il loro itinerario di fede, che cambia la vita di ogni uomo. A osservare con attenzione,nell' Epifania, emergono tutti i presupposti della ricerca autentica di Dio.
I magi sono veri "cercatori di Dio". Ci voleva la costanza, per sottrarre ore al sonno e al riposo e continuare a scrutare il cielo nella notte, per cogliere ogni traccia di luce. Ma la loro fatica è stata ricompensata, quando è apparsa una stella, cosi' diversa da tante altre. Si richiedeva coraggio , per abbandonare una vita tranquilla ed agiata; audacia, per partire, senza una meta precisa. Essi, infatti, partirono, spinti soltanto dal desiderio di comprendere quell' appello tracciato nella volta celeste. Era necessaria molta umiltà, per rivolgersi alla competenza di altri uomini, per formulare l' interrogativo: " Dov'è il re dei Giudei, che è nato? La loro poteva sembrare addirittura impertinenza, spudoratezza di stranieri, che si interessano agli affari, che non sono di loro competenza. Ebbero fiducia ed accolsero la risposta saccente dei dotti, che non si muovevano dalla capitale. Un cuore di poveri e semplici, per riconoscere, in quel bambino, il Messia atteso. Speranza, per intravedere, in quel piccolo, il protagonista della storia umana e offrirgli doni preziosi.
La loro costanza, il coraggio e la determinazione, l' umiltà, la fiducia, la speranza sono, ancora oggi, i segni distintivi di coloro che cercano sinceramente il volto di Dio e lo incontrano.
Bisognerebbe, adesso, fare l'elogio del desiderio. Se accostiamo tra loro i testi della Scrittura, previsti nella celebrazione dell'Epifania, ci accorgiamo che emergono gli elementi decisivi per chi voglia fare un cammino di fede.
Nulla accade, se Dio non ci viene incontro. Sono la sua venuta e la sua presenza a rendere possibile l'incontro. E' Dio, proprio Lui, a fare il primo passo: il suo Figlio si fa uomo, per venire incontro agli uomini.
Ma senza il desiderio di raggiungere Dio, l' incontro non sarebbe possibile. In effetti, è questo il desiderio, che nasce dalla coscienza, di attingere " qualcosa che manca" (ed è riconducibile ad una sorta di ferita originaria, che "abita" in ogni uomo.
E' il desiderio di conoscere" colui che è nato, il re dei Giudei", a muovere i magi.
La partenza, la fatica della strada, la domanda che pongono agli specialisti: tutto questo comporta dei " passaggi" non facili.
Ma il risultato è una " trasformazione", un cambiamento. Così, il viaggio dei magi è diventato un pellegrinaggio e la via, per tornare a casa, è quella della semplicità e dell' umiltà: i magi sono, realmente, i primi discepoli di Cristo; essi, guidati dai loro desideri più profondi, accolgono la proposta del Vangelo.
Mons. Antonio Scarcione
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