"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 8 gennaio 2012

La Domenica con Gesù, Battesimo del Signore

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  
La I Lettura delinea la nuova relazione che Dio intende avere con il suo popolo. Isaia 55, 1-11
 La II Lettura evidenzia che chi crede in Gesù è già, ora, "figlio di Dio". I Giovanni 5, 1-9
 Il Vangelo. " Uscendo dall'acqua, vide...lo Spirito discendere verso di lui come una colomba ". Marco 1, 7-11

 L'odierna Festa del Battesimo del Signore collega bene il Natale con le successive domeniche del tempo ordinario.
 - Il senso di un percorso. Quel bambino è venuto, per realizzare il progetto di Dio; reca un lieto annuncio, che può cambiare la vita di quelli, che lo accoglieranno.  La sua parola verrà resa efficace da gesti di bontà e di liberazione, di guarigione e di perdono.
 I poveri ne riceveranno consolazione e speranza. Il suo amore si mostrerà nel dono di sé, fino alla morte in croce.
 Proprio quando tutto sembrerà compromesso, Dio manifesterà, con la risurrezione del Figlio,che quella era l'unica strada, per raggiungere gli uomini e realizzare la loro salvezza.
 E' dall'acqua del Giordano che esce questo Messia, che realizza il disegno di Dio. Proprio lì avviene  la manifestazione, lì si aprono i cieli. Noi, se siamo disposti a seguire Gesù, potremo scoprire tutto questo.
 In questo modo, con una saggia pedagogia, la Chiesa ci fa passare da Gesù, bambino, a Gesù, adulto, da Gesù, che ci sorride, a Gesù che ci parla, dal Gesù del presepio al Gesù, attivo tra la gente
 E' proprio quest' incontro con Lui, che può cambiare la nostra vita.
 Il presepio, quindi, è soltanto la rappresentazione di una realtà (Dio, che si fa uomo). Ma fermarci là, vorrebbe dire perdere ciò che conta veramente: incontrare, oggi, il Salvatore, accogliere la sua Parola, ricevere la sua grazia nei Sacramenti, riconoscerLo nei poveri, che incontriamo.
- La manifestazione. E' vero, la scena è completamente cambiata. Quel bambino, ora, è un uomo, ha circa trent' anni e può dare inizio alla sua missione; ha una buona notizia per tutti gli uomini: gioia e liberazione per coloro che lo accolgono con cuore sincero.
 L' umanità dolente, provata dal male, dal peccato, dalla sofferenza, attende il Signore, per essere liberata e rigenerata da una nuova speranza . Gesù si mescola proprio tra queste persone.
 In fondo, Gesù non è stato mandato per i giusti, ma per i peccatori : saranno loro i primi destinatari della Parola.
 E, così, il suo battesimo diventa " manifestazione". I cieli si  aprono, perché adesso non c'è più separazione tra Dio e l'umanità, dal momento, in cui il Figlio di Dio è diventato, anche Lui, un uomo. Lo Spirito discende su Gesù, perché Egli affronti le difficoltà e gli ostacoli.
 - L'Incarnazione e la Missione. Se non ci fosse questa festa del Battesimo del Signore, non apparirebbe quanto sia, invece, decisivo che il Figlio di Dio ha la missione di salvare l' umanità.
 In essa appare la solidarietà del Cristo con l' umanità peccatrice.
 La scena, di per sé, non sembra avere nulla di "natalizio": ad esempio, non si svolge a Betlemme, ma al fiume Giordano. Eppure, si tratta di un racconto di "Incarnazione", in cui possiamo toccare con mano, cosa significhi che "il Verbo si è fatto carne".
 La scelta di farsi uomo non è stata, per il Figlio, un percorso trionfale: Egli si è immerso nella condizione umana, condividendo tutto, eccetto il peccato.
 Non è casuale, quindi, che, per guarirli, Egli "tocchi" coloro, che sono afflitti da qualsiasi malattia. Se lo fa, è perché questo fa parte della sua missione, perché attraverso di Lui il Padre vuole offrire a tutti il Suo perdono. 
                                                                                                    Mons. Antonio Scarcione

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