"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 14 gennaio 2012

La Domenica con Gesù, II Domenica del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.  
 I Lettura. "Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: Samuele, Samuele!. Samuele rispose subito: Parla, perché il tuo servo ti ascolta" . I Sam 3, 3b-10. 19
 II Lettura. "...Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo..." I Cor 6, 13 c- 15a. 17-20 
 Vangelo." Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa". Gv 1, 35-42

 La seconda domenica del tempo ordinario è caratterizzata da una forte valenza vocazionale. La chiamata al servizio di Dio del piccolo Samuele e dei primi discepoli è un fatto indimenticabile e determinante per la vita di ogni cristiano.
 Noi proviamo stupore e incanto, quando scopriamo, attraverso la Parola, che Dio si avvicina all'uomo, tanto nell'ora del lavoro (come è accaduto ai primi discepoli), quanto nell'ora del riposo (come è accaduto a Samuele).
 - Il discernimento spirituale, oggi come ieri. Ce lo dice la fede: Dio fa sorgere profeti e santi in mezzo ad un popolo di dura cervice. E come Eli ha offerto un discernimento spirituale, così oggi la Chiesa, con l'ispirazione dello Spirito Santo, indica a uomini e donne quel "discernimento degli spiriti", perché non ci s'inganni e non si rincorrano fantasmi, illusioni o utopie.
 Rimanere nella Chiesa, dà la garanzia di trovare, nella babele dei messaggi,la verità, che rende liberi. Non meravigliamoci, se, talvolta, la verità indossa i panni di un fanciullo, come Samuele.
 - L'arte di educare le giovani generazioni. Tutto questo ci potrebbe, ad es., motivare nel recupero di quelle competenze educative e dell' arte pedagogica, che forse stiamo perdendo.
 Saper educare l'uomo, che sta in un ragazzo, significa avere la capacità di chiamare le cose col proprio nome: effimero il relativo e sacrosanto l'assoluto. La gerarchia dei valori e le priorità, talvolta, sembrano in via d'estinzione. I genitori, in particolare, sono invitati a guardare ad Eli, padre spirituale di Samuele, e a rendersi conto che si è più padri e madri educando, che generando.
 - Quando scocca l'ora. Per il credente, un' ora x scocca nel momento, in cui la ricerca di sé stessi, della verità, del senso della vita, si fa scoperta di Dio. Si scopre, cioè, che Lui ci ha cercati e ci ha trovati prima che noi potessimo cercarlo e trovarlo.
 Si tratta di un' esperienza che relega nel passato ciò che è stato prima e apre gli occhi su un mondo nuovo, un tempo nuovo, un uomo nuovo. Si ha, invece, l'impressione che, oggi, manchino la ricerca e la scoperta di Dio, l'incontro con Lui e la sua sequela.  Soltanto, se le nostre comunità cristiane si convertiranno, se saranno luoghi d' incontro e di esperienza di Cristo, allora, esse saranno come madri, che generano discepoli.
 - Un salutare "esilio" da noi stessi. Per questo traguardo occorre scrollarsi di dosso alcuni "fardelli": il razionalismo, che ha ridotto la nostra fede a nozionismo; il moralismo, che l'ha ridotta a un insieme di regole,  che pochi osservano: lo sterile devozionismo, che può incrementare la superstizione.
 Rimettendoci, invece, alla ricerca e alla scoperta del Signore, faremo risorgere una fede, che langue.
 Trasformando le nostre comunità in veri cenacoli di solidarietà autentica, la ricerca e la scoperta del Signore genererà fratelli e sorelle capaci di un cuore solo e di un 'anima sola. Saremo credenti ricchi di una speranza incrollabile, perché avremo conosciuto la sua resurrezione; saremo distinti dal resto del mondo da una carità, che non conosce limiti; il Signore ci darà un cuore di carne, invece di quello di pietra. Allora, suoneranno di nuovo "le quattro del pomeriggio" , perché anche l'uomo di oggi incontra il Signore e ne rimane affascinato.
                                                                                        
                                                                      Mons.  Antonio Scarcione 

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