"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 9 marzo 2013

La Domenica con Gesù, IV di Quaresima/anno C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

I Lettura. "...Gli Israeliti rimasero accampati a Galgala, celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nella steppa di Gerico..." Gs 5, 9a.10-12
II Lettura." Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove..." 2Cor 5,17-21
Vangelo. "...Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò...Il figlio maggiore si indignò, e non voleva entrare,…Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava fare festa e rallegrarsi..."
La parabola del Padre misericordioso ( o del figlio prodigo ) è un racconto, che ha avuto molta fortuna, nella catechesi e nell' arte.
 Aspetto letterario. Il cap. 15 riguarda il viaggio di Gesù a Gerusalemme. In esso, Luca ribadisce che le ricchezze e i beni possono essere un ostacolo per la sequela di Cristo. Infatti, nella parabola del Padre misericordioso, la partenza del figlio minore da casa avviene nel momento, in cui egli, con l'eredità, diventa possessore e arbitro delle ricchezze, che il Padre gli ha assegnato. Incapace di amministrare correttamente i beni, li dissipa e rovina sé stesso.
 - Lontani e vicini. La parabola inizia dall'indignazione, che scribi e farisei rinfacciano a Gesù, perché Egli permette ai pubblicani e ai peccatori di avvicinarsi a Lui (li accoglie e mangia con loro). Egli è puro e sapiente; non può, quindi, stare con gli impuri o stolti (appunto, i pubblicani e i peccatori). Per l'esattezza, osserviamo che, in questo caso, non è Gesù, che "va in cerca della pecora smarrita", ma sono, semmai, i pubblicani e i peccatori, che si avvicinano a Gesù; certo, Egli non li respinge, adotta lo stesso atteggiamento del Padre, che, nella parabola, non va in cerca del figlio minore; ma, quando egli ritorna a casa, lo accoglie a braccia aperte.
Gesù di Nazareth
Il peccatore, finché non avverte il desiderio di cambiare direzione, nella propria vita, non è disposto a "sentire altre musiche", al posto del "rumore" dei suoi peccati. Ma giunto sul baratro dei propri errori, si avvicina a ciò che non conosceva. Non è Gesù, quindi, che si "contamina", stando a contatto dei pubblicani e dei peccatori, impuri e stolti, bensì, coloro che sono pentiti trovano in Gesù accoglienza e partecipano della santità di Cristo. Conseguentemente, vediamo bene che, per aiutare i peccatori, bisogna "rimanere" al proprio posto, creare accoglienza e riconciliazione.
 - Imparare a "stare a casa". Anche il figlio maggiore, che sta sempre a casa col padre, è sollecitato ad imparare la lezione. Infatti, anche i farisei e gli scribi, che conoscono bene le vie del Signore, non sempre hanno la capacità di "stare a casa" , per partecipare alla gioia del padre. Il figlio maggiore, al momento della festa per il  figlio minore, si sente indignato, perché mai il padre ha fatto una festa per lui (pur avendo "sempre obbedito") . E' vero, era sempre obbediente e laborioso, ma forse non aveva mai vissuto con gioia il lavoro fatto nella casa paterna, preoccupandosi solo di compiacere il padre.
 Essere vicini al padre, non vuol dire abitare  la casa del padre. Infatti, solo il padre ha la capacità di nutrire nella sua casa, tanto chi ritorna, quanto chi vi abita. Dio è sempre "stabile" nella sua fedeltà; è capace di dare quanto spetta a ciascun figlio, perché trovi la propria strada; è capace di accogliere un figlio, quando ritorna e di comunicare la sua gioia a tutti i suoi figli.
 Non sappiamo, se il figlio maggiore entri o si intestardisca nella sua gelosia, rimanendo privo della gioia paterna; così come non conosciamo, se il figlio minore sia ritornato, perché veramente pentito o, soltanto, perché era in stato di necessità. Gesù sembra che non si soffermi su questi dettagli. Per il Signore è, invece, importante far comprendere chi sia realmente il padre della parabola: è un Padre capace di dare, accogliere, far festa, occuparsi del minore come del maggiore, senza venir mai meno alla propria identità di Padre, che si prende cura di tutti i suoi figli.
 - Il senso del proprio lavoro. "...Io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto, per fare festa con i miei amici ".
 E' la parola di chi si trova umiliato dalla propria gelosia e invidia nei confronti dei propri simili, che, quando tornano, si trovano accolti: sentimento legittimo, ma non giustificato. Appare legittimo, solo se si guarda la realtà "orizzontalmente" (questa è la pretesa giustizia umana). Questo stato d' animo, invece, non appare affatto giustificato dal punto di vista del Padre, perché, osservando le cose "verticalmente" (a partire dal Padre), ogni figlio ha la sua storia e la sua identità; e, quindi, solo il Padre sa dare ciò che è giusto, al momento giusto. Conseguentemente, questa non è "un' ingiustizia" , bensì, è, contemporaneamente, "perfetta giustizia"  e "perfetta misericordia"; infatti, ciascuno riceve quello di cui ha bisogno in quel dato momento.
 Proprio il Padre conosce i suoi figli, uno per uno, e li nutre, secondo le loro necessità. Lo Spirito, che i credenti hanno ricevuto nel battesimo, li ha resi figli di Dio, che è Padre; ma va accettato che tutti coloro, che sono figli, siano anche fratelli tra di loro.
 - Ciò che è mio è tuo. " Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo" .
                                                                                                                                                                                                                                                                                        Mons. Antonio Scarcione          
.
Continua il racconto del Vangelo dedicato ai bambini, un'entusiasmante serie a cartoni animati che racconta la vita di Gesù. Certi di fare cosa gradita a grandi e bambini, auguriamo ogni bene.
.

Nessun commento: