sabato 14 dicembre 2013
La Domenica con Gesù, III d'Avvento/A
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare
dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia
della Santa Messa domenicale
Testi:
" Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la
steppa...Dite agli smarriti di cuore: coraggio, non temete ! Ecco il vostro
Dio...Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa..."
Is 35, 1-6a. 8a.10.
"Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del
Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto
della terra...Siate costanti anche voi...perché la venuta del Signore è vicina..."
Gc 5, 7-10 .
"...Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un
altro?... Gesù rispose: Andate a riferire a Giovanni ciò che udite e vedete:
i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono
purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il
Vangelo..." Mt
- Il
valore dei segni. Notiamo che Gesù non risponde, direttamente, alla domanda
degli inviati di Giovanni, ma li invita a riferire ciò che essi vedono e cioè:
.
" I ciechi vedono". Gesù dà fiducia alle persone
"disperate". Egli desidera che gli uomini guardino avanti (non in
basso).
.
" I paralitici camminano". Il Messia libera coloro che sono bloccati
per aver delegato la propria vita nelle mani altrui e li mette in condizione di
procedere con le proprie forze.
."
I lebbrosi sono mondati". Le persone, che hanno sensi di colpa, che non si
sentono accettate e si ritengono inguaribili, si scoprono, improvvisamente,
pure e buone e non temono più il confronto con gli altri.
.
" I sordi odono". Le orecchie, soffocate da messaggi vuoti e
distraenti, imparano a gustare la voce di Dio, l' essenziale e la bellezza.
.
" I morti risuscitano". La vita vince sulla morte. Chi pone a
fondamento della propria vita Dio-Amore, si sente ripetere nel proprio cuore:
"Tu non morirai mai".
.
"Ai poveri è predicata la buona novella". I protagonisti della nuova
storia, inaugurata da Cristo, sono i poveri di cuore, che diventano capaci di
confondere i potenti.
Certamente,
la risposta di Gesù ai discepoli di Giovanni ripropone il "metodo
cristiano": la fede produce un cambiamento, in grado di toccare la radice
dell' io, nel modo di guardare la realtà. Quanto più una persona vive la fede
nella presenza di Cristo nella Chiesa, tanto più lo stupore dei segni di Dio
scatta anche nella situazione più nascosta e normale.
Gesù
si rammarica che la gente riconosca i segni del tempo (nuvole e vento di
scirocco) e non individua i segni dell' azione di Dio (Lc 12, 54-56). Non
perchè non ne sia capace, ma perchè non sembra disponibile a farlo.
-
Cristo è la risposta. Giovanni e Gesù incarnano due logiche diverse. Il
primo rappresenta la religione, intesa come ciò che l' uomo può fare, per
avere la benedizione di Dio , senza mai riuscirvi adeguatamente. Gesù rappresenta,
invece, l' apice di ciò che Dio fa per l' uomo, amandolo sempre, gratuitamente,
nonostante tutte le infedeltà. L' accoglienza di questa bella notizia si
chiama fede.
Ci si
possono fare domande su Cristo, per curiosità, analisi o esigenza di chiarificazione.
L'atteggiamento corretto è, però, quello di pensare a Cristo, come l'
innamorato pensa alla persona di cui si è innamorato: per amore. La fede,
così, diventa principio di conoscenza e di relazione. Cristo diventa,
quindi, nostro "contemporaneo". Noi pensiamo di ottenere da
Dio risposte, che cancellino ogni dubbio. La sua risposta è semplice come un
racconto, umile come il consiglio di Isaia (coraggio), povera come l' invito di
Giacomo(pazienza come il contadino d' inverno).
Cristo
è la vera risposta alle domande dell' uomo ed è sempre più di quanto ognuno osi
sperare: Egli verrà ucciso, perché non corrispondente all'immagine di Dio, che
i capi avevano in testa. Proprio per questo, Gesù ha detto: "Beato
chi non si scandalizza di me ! " Alla fine il racconto evangelico diventa
domanda: "Cosa siete andati a vedere nel deserto? " Gesù dice,
esattamente, cosa siete andati a "vedere" e non ad
"imparare" . Perché Dio si "mostra", non si "dimostra".
Come può credere che Gesù è il Salvatore, l' uomo post-moderno, tentato com'
è, di cercare la salvezza nelle scoperte, pur strabilianti, della scienza e
della tecnica, in campo evolutivo, biologico, neuro-scientifico, considerando,
talvolta, la fede religiosa come una soggettiva opportunità consolatoria
?
L'
unica condizione, che rimane, è quella dell' incontro con testimoni di un'
umanità redenta. C'è bisogno di persone, che amino la vita nuova, cioè la vita
secondo Cristo e facciano di Lui il centro affettivo della loro
esistenza.
- La
sfida della fragilità. Spesso, la pubblicità presenta l'individuo libero da
ogni limite (ad es. "Tu senza confini"). Presi da tale illusione, si
fatica ad accettare le proprie debolezze, limiti e fragilità. Molti studiosi
mettono l' accento sulla fatica dei ragazzi, ad accettare le frustrazioni dell'
attesa e del rinvio: "Life is now", la vita è adesso, ripete ossessivamente
una pubblicità. Si crea quindi un' abitudine ad una soddisfazione immediata,
che contrasta con la pazienza, che il "viaggio" della vita richiede.
San
Giacomo valorizza l'atteggiamento dell'agricoltore. Egli conosce bene lo
stile del seme, che muore, per portare frutto; egli attende, per mesi, la
gemma, che spunta col tepore della primavera, la spiga, che biondeggia al sole
infocato. Noi, invece, talvolta, pretendiamo che le cose e la vita vibrino
durante il breve attimo del nostro possesso. Non accettiamo l'attesa perseverante e l' impegno costante.
Occorre
educare mente e cuore, a superare "il tutto e subito", in ogni
ambito del vivere, compresa la vita affettiva. Paolo VI scriveva: " Il
dubbio è la via della verità". Se Dio si presenta come un bambino avvolto
in fasce e un adulto in croce, è lecito domandarsi: "Sei tu l' Onnipotente
che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro? ". Continua lo scandalo
dell' amore, dell' onnipotenza racchiusa nella debolezza, del rifiuto della
violenza in un mondo ormai senza misericordia.
Nel
Vangelo di oggi, alla domanda del Battista, Gesù risponde: "Guardate
!...". Gesù non è un' idea, ma una vita nuova, da sperimentare. La fede
non è evidente, perché Dio non è il risultato di un ragionamento scientifico.
Non è Dio che deve dimostrare qualcosa, siamo noi che dobbiamo aprirci a Lui e
cambiare. Anche la 46a Settimana dei Cattolici Italiani, celebrata a Reggio
Calabria, solo qualche anno fa, è un invito a stare, realisticamente, con
coraggio e generosità, davanti ai gravi problemi sociali (lavoro, sfida
educativa, immigrazione, giovani, politica, partecipazione democratica), alla
ricerca del bene comune.
Mons. Antonino
Scarcione
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