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Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 13 agosto 2011

In festa per la liberazione dagli arabi


Non si può parlare del Palio dei Normanni senza sottolineare che esso rappresenta l'esempio vivente della religiosità di una città, e della secolare devozione alla Madonna.

Il Vessillo papale, l'originale premio che viene assegnato al quartiere vittorioso infatti, è dedicato alla Regina della Città che da secoli è la Madonna.

Il Palio dei Normanni è tra le più antiche manifestazioni medioevali in costume del meridione d'Italia, con questo nome e in questa veste dal 1952, poiché nei secoli precedenti era "La Cavalcata", nasce appunto per rendere omaggio alla Madonna.

Una festa religiosa che trae spunto dalla guerra santa di liberazione che i Normanni del Conte Ruggero d'Altavilla sin dal 1061 combatterono contro gli infedeli arabi.

E difficile attribuire una data precisa a un origine per la festa del Palio, anche se si può risalire a due importanti avvenimenti: Il primo, nel 1091 a guerra finita intanto che il conte Ruggero stabiliva la capitale a Mileto, affidava in custodia alle migliori truppe normanne, le gallo italiche o lombarde il sacro Vessillo donato da papa Alessandro II, Vessillo che lo aveva condotto nel corso della trentennale "crociata o guerra Santa" per il ripristino della cristianità in Sicilia di vittoria in vittoria.

Per il secondo, infatti, arriviamo inevitabilmente all'anno 1348 quando la Beata Vergine apparve in sogno al pio sacerdote Giovanni Candilia rivelandogli il luogo dove 187 anni prima (1161) i piazzesi custodi del Vessillo pontificio, nell'imminenza del pericolo della distruzione della città e dei casali lombardi, per opera del Re Guglielmo il Malo, rei di avere cospirato all'autorità del re, per la compiacente politica filo saracena di quest'ultimo, onde evitare che il Vessillo venisse ingiuriato dagli infedeli o cadesse in mano al Re che lo voleva portare a Palermo, lo rinchiusero in tutto segreto, in un arca di cipresso e lo seppellirono nell'interno della badia fortificata, sull'eremo di Santa Maria di contrada piazza Vecchia, accanto al cosiddetto «Castello del conte Ruggero».

Con il rinvenimento del Vessillo e il suo trasferimento in città, Piazza che in quell'anno era anch'essa colpita dal morbo pestilenziale si vide miracolosamente liberata dal flagello; interpretando l'avvenimento come un segno con il quale la "Vergine" riconfermava la sua predilezione per la città, per cui i piazzesi iniziarono a dare vita alle celebrazioni con il triduo della festa di Maggio, nella ricorrenza del rinvenimento del Vessillo, mentre il 15 agosto i riti per la festa della acclamata Protettrice e Patrona.
Il culto piazzese della Vergine Maria soppianta il culto di San Martino, santo caro ai normanni a cui i piazzesi per devozione avevano dedicato la prima chiesa madre nell'anno 1163, allorquando veniva riedificata la città nella pendice occidentale del Monte Mira, l'attuale quartiere Monte.

All'inizio del quindicesimo secolo, le celebrazioni della festa di mezz'agosto a Maria Santissima delle Vittorie rappresentano un grande evento, una festa religiosa che coinvolgerà anche i paesi vicini. 
                                                                                            
                                                                                                        Filippo Rausa

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