"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 27 agosto 2011

La Domenica con Gesù - XXII del Tempo Ordinario


..." Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre "... Ger 20,7-9.
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
..." Va' dietro a me, Satana !...Perchè non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini "...
..." Chi vuol salvare la propria vita, la perderà "...
..." Quale vantaggio avrà l'uomo, se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita ?... Mt 16, 21-27

Il brano del vangelo è dominato dal brusco dialogo tra Gesù e Pietro... "Questo non Ti accadrà mai ! ", afferma Pietro.
Proprio perchè all'orizzonte si profilano dolore, morte e sconfitta; Pietro non può adattarsi ad accettare tutto questo. Infatti, il tipo di Messia, che tutti aspettavano, Pietro compreso, doveva essere quello di un trionfatore, di un vincente e non di uno sconfitto.
L'energia, con cui l' apostolo contrasta Gesù è quella tipica di chi pretende di insegnare a Dio, che cosa deve fare. Infatti, nello slancio generoso, con cui Pietro vuole impedire a Gesù la via della croce, c'è l'animo di tutti coloro, che sanno di che cosa hanno bisogno loro stessi, per essere felici.
Nella reazione di Pietro vi è l'atteggiamento di tanti di noi, che rivolgiamo al Signore richieste, pensieri e preghiere (per il benessere, la salute, un buon posto di lavoro, il successo agli esami...).
Non si può dire che queste richieste non siano legittime, perchè tutte esprimono la domanda di bene e di felicità di ciascuno.
Gesù non ha mai sconfessato questa domanda di bene e di pienezza !  Corregge, però, questa domanda, dandole orizzonti più vasti e più veri: la felicità non sta nel successo o nel benessere, ma nell' essere poveri: " Beati i poveri in spirito..."; non sta nel riuscire ad averla vinta sulle persone, che ci contrastano, ma nell' essere cercatori e costruttori di pace e di concordia: ..." Beati gli operatori di pace..."
La pretesa di insegnare a Dio si manifesta, quando Egli svela la natura del Suo essere Messia; per Pietro, e per noi con lui, un Messia non può  che essere trionfante; Gesù, invece, sa che solo un Messia sconfitto può salvare il mondo e ridonargli speranza.
Noi a Dio abbiamo da "insegnare la logica del successo", dell'affermazione di noi stessi, della forza che si impone: cosi - sbagliando,noi pensiamo- si vince il male !  Il Signore, invece, ci insegna che la via divina della salvezza è quella che si carica il male sulle spalle, che non lo sfugge, ma lo assume.
Il male prende la forma di una croce che scava la carne, che fa piegare l' uomo sotto il dolore; in effetti (nella prospettiva di Dio) è amore; per noi è fallimento, per Dio è salvezza; per noi è umiliazione, per Dio è gloria.
Chi si ferma al dolore, non vede la verità della croce, non conosce il cuore di Dio, che nell'amore conosce solo la totalità.
Nel dialogo tra Gesù e Pietro si confrontano due logiche: quella umana e quella divina; quella umana ritiene che la salvezza sia sinonimo di successo e la croce sinonimo di sconfitta; la logica di Dio, invece, è quella dell' amore, che si fa umile, piccolo, solidale con tutti coloro, che soffrono e sono sconfitti.
A noi quella di Dio sembra una logica perdente, non degna della Sua onnipotenza e, soprattutto, dell' immagine, che noi ci siamo fatti di Lui.
E nella nostra pretesa di ricondurre Dio dentro i nostri angusti orizzonti, cerchiamo di insegnarGli, che cosa deve fare, perché noi "sappiamo" , che cosa è bene per noi, per la Chiesa e per il mondo intero !
Gesù oggi ci dice che non dobbiamo avere la pretesa di insegnare a Dio (come presumevano di fare il profeta Geremia e Pietro), ma ci invita ad avere l'umiltà di imparare da Lui, mettendoci alla sequela, accettando di camminare dietro a Lui.
E' quello che hanno fatto i santi, che alla scuola del Signore, hanno imparato la su logica.
Tra di essi Vittorio Bachelet, che, alcuni anni prima di essere assassinato, scriveva: " Non si vince l'egoismo mostruoso, che stronca la vita, se non con un supplemento d' amore...Non si vince questo nostro egoismo, se non riscoprendo il valore di ogni uomo, perché figlio del Padre, che dà la vita". 
                                                                                      Anthony Cansas  

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